Fate: The Winx Saga (prima stagione), la recensione
La prima stagione di Fate: The Winx Saga propone una versione più dark e realistica della storia dei personaggi creati da Iginio Straffi, offrendo un racconto coinvolgente seppur non particolarmente originale
Fate: The Winx Saga si ispira ai personaggi creati da Iginio Straffi al centro della popolare serie animata Winx Club per proporre al pubblico di Netflix un racconto confezionato con attenzione per un pubblico, prevalentemente young adult, pronto a lasciarsi conquistare da un mix di problemi adolescenziali ed elementi magici che, forse un po' inaspettatamente dopo la diffusione del trailer accolto con qualche perplessità da chi è cresciuto guardando Winx Club, potrebbe rivelarsi un nuovo successo.
Dell'atmosfera iper colorata e delle fatine dal fisico longilineo e stilizzato non rimane nulla, preferendo per la versione live-action un approccio più realistico in cui ogni adolescente possa, in qualche modo, riconoscersi, delineando così un mondo pieno di luci e ombre pur mantenendo al centro l'importanza dell'amicizia.
Brian Young, già nel team di The Vampire Diaries, si è occupato dello sviluppo del progetto prodotto da Archery Pictures e Rainbow che si caratterizza per uno stile molto britannico nella scelta delle location e nel concentrarsi prevalentemente sull'evoluzione e sullo spessore della costruzione dei protagonisti.
Al centro della trama c'è Bloom, interpretata da Abigail Cowen, che arriva in un mondo parallelo dove si trova la scuola di Alfea, dove vengono accolte le giovani fate insegnando loro le arti magiche. La ragazza è però molto diversa dalle sue compagne di classe, essendo cresciuta tra gli esseri umani e avendo dentro di sé un potere che potrebbe persino essere in grado di distruggere entrambi i mondi. Bloom deve così imparare a controllare le proprie emozioni mentre fa i conti con i problemi tipici di ogni adolescente e scoprire la propria identità. Al suo arrivo ad Alfea la teenager si avvicina alla sofisticata Stella (Hannah van der Westhuysen), che sente la pressione delle aspettative della madre, la regina Luna (Kate Fleetwood); Musa (Elisha Applebaum) i cui poteri non ancora del tutto sotto controllo la spingono a sembrare un po' scontrosa e solitaria; la determinata e rispettosa Aisha (Precious Mustapha); e la solare e positiva Terra (Eliot Salt) che affronta le sue insicurezze, non sempre riuscendole a superarle, ed è sempre pronta ad aiutare le sue nuove amiche.
A guidare i ragazzi dotati di poteri magici c'è la preside dell'istituto Farah Dowling (Eve Best) che guida un team in cui è presente anche l'esperto in sicurezza e tecniche di combattimento Silva (Robert James-Collier), diventato una figura paterna per l'affascinante Sky (Danny Griffin).
Bloom e le sue amiche devono inoltre fare i conti con la rivalità e la tensione esistente nelle loro interazioni con la fredda Beatrix (Sadie Soverall) e il ribelle Riven (Freddie Thorp).
GUARDA: Fate: The Winx Saga, il trailer
La vera forza del progetto, escludendo i personaggi maschili fin troppo bloccati in stereotipi e cliché come accade con Dane (Theo Graham) la cui sessualità lo porta a diventare un outsider e tristemente al centro di battute sarcastiche, è però il gruppo di protagoniste che sostengono la narrazione.
Abigail Cowen riesce a tenere sulle proprie spalle il peso di dover essere il collante della storia rimanendo comunque molto naturale nella sua interpretazione della confusa Bloom e sa mantenere anche le decisioni meno condivisibili non condannabili e comprensibili, proponendo una recitazione non forzata e mai sopra le righe. Del gruppo di protagoniste Hannah van der Westhuysen è forse l'attrice ad avere meno materiale interessante a disposizione per distinguersi, a differenza di Eliot Salt che già nel primo episodio si mette alla prova con un monologo che fa emergere il carattere complesso di Terra e Alisha Applebaum che emerge nella parte finale della stagione in cui il passato di Musa viene svelato. Precious Mustapha è invece la presenza più solida dal punto di vista dell'etica e della morale risultando, proprio per questo, a tratti forse fin troppo intransigente considerando l'età del personaggio. Sadie Soverall ha inoltre gestito bene il ruolo di Beatrix che gli sceneggiatori hanno costruito sfruttando il contrasto con il gruppo di amiche e sfruttandone la presenza per far compiere passi in avanti al racconto.
La produzione, tra una fotografia dai toni cupi e effetti speciali in media con le produzioni di medio budget (escludendo un momento del finale che è stato curato con attenzione, considerando la sua importanza per la storia), è in linea con gli standard ormai raggiunti sul piccolo schermo, senza particolari sperimentazioni o passi in avanti dal punto di vista tecnologico. Le creature proposte in questa stagione, i Bruciati, non si differenziano di molto da quanto proposto in show come Doctor Who, lasciando spazio per possibili miglioramenti considerando che si tratta di un racconto fantasy.
Interessante, infine, seppur non esaltante, la colonna sonora che non va alla ricerca di hit particolarmente conosciute, riuscendo in ogni caso a creare l'atmosfera voluta.
La visione di Fate: The Winx Saga non propone nulla di totalmente originale o non già visto o inaspettato, tuttavia la storia scorre in modo piacevole fino al suo temporaneo epilogo regalando qualche sorpresa e una rappresentazione della vita dei teenager realistica e coinvolgente. La prima stagione sembra gettare le basi per una storia e una messa in scena più ambiziose e sarà interessante scoprire in che modo si evolverà la serie, sperando che si risolvino alcuni problemi, nella rappresentazione dei personaggi e nell'equilibrio tra i vari elementi, che per ora impediscono di promuovere a pieni voti il progetto ispirato allo show animato.