Fata madrina cercasi, la recensione

Di Fata madrina cercasi restano la validità della storia, una comicità funzionante e un tentativo di apertura alle novità che, in fin dei conti, di questa fata ci lasciano proprio un piacevole ricordo.

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Fata madrina cercasi, la recensione

Si sa, dai film Disney non ci si può aspettare un grande stravolgimento strutturale: lo svolgimento della trama nei suoi punti cardine è sempre lo stesso. La buona vecchia fabula si aggiorna quindi nella scelta dei personaggi, delle ambientazioni e dei particolari – l’idea del mondo da mettere in scena. In Fata madrina cercasi, commedia fatata interamente al femminile diretta da Sharon Maguire (regista de Il diario di Bridget Jones) e scritta da Kari Granlund e Melissa Stacke, la novità e il bell’intrattenimento stanno quindi nella piacevolezza dell’idea e insieme nell’autoironia di Disney verso i suoi stessi cliché.

La divertente e riuscita variazione sul tema si basa qui sul contrasto tra il dimenticato mondo delle fate madrine (quale bambino di oggi ne vorrebbe ancora una?) e la vita vera – fuori e dentro lo schermo – in cui non è più tollerabile la vecchia retorica del “C’era una volta”, secondo cui le bambine devono desiderare per forza un principe azzurro e un lieto fine (finalmente ammessa come sessista e retrograda).

La giovane aspirante fata Eleanor (Jillian Bell) per salvare la scuola di fate dalla rovina deve trovare una bambina di cui occuparsi, pena la trasformazione dell’istituto in una terribile scuola di fatine per i denti. La missione però è più complicata del previsto: non solo perché Eleanor non ha ancora abbastanza esperienza (è l’unica giovane della scuola, le altre sono tutte fate vecchie e disoccupate), ma anche perché la bambina di cui sceglie di occuparsi è ormai una trentenne con due figlie e priva di qualsiasi voglia di sognare. Eleanor sarà allora costretta a trovare una sua inedita utilità nella vita di Mackenzie (Isla Fisher), in un viaggio che la porterà a trovare un suo inedito scopo come fata, stracciando al contempo le vecchie regole del suo manuale scolastico su cui era scritto che si può essere felici solo seguendo un certo standard.

Aggiornato quanto basta alla morale contemporanea (senza strafare, ma con pacata delicatezza) Fata madrina cercasi si destreggia in un abilissimo slalom tra le varie sensibilità dell’immenso target Disney, riuscendo a non intaccare l’aura di magia e di positività del mondo alternativo che da sempre caratterizza il grande marchio. Come recentemente si è visto in Noelle (un altro film Disney di questa stagione) dove anche una donna può essere Babbo Natale, anche qui la norma viene rivista, anche se mai realmente analizzata o palesemente criticata - pena una poco furba ammonizione della sua tradizione narrativa.

Soffermandoci allora su ciò che rimane, e non su ciò che è assente, di Fata madrina cercasi restano la validità della storia, una comicità funzionante e un tentativo di apertura alle novità che, in fin dei conti, di questa fata ci lasciano proprio un piacevole ricordo.

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