Fast & Furious - Hobbs & Shaw, la recensione
Finalizzato ad una chiusura in piena continuità con la serie madre Fast & Furious - Hobbs & Shaw fallisce il suo tentativo di superare il canone
Troppo alfa per essere davvero amici, Hobbs e Shaw collaborano forzatamente cercando comicamente di dimostrarsi sempre migliori l'uno dell’altro, mentre un’organizzazione che sembra la SPECTRE sotto steroidi ha in mente di uccidere i deboli del mondo (proprio il grado zero del piano criminale) e ha potenziato tecnologicamente un vecchio amico, ora nemico, di Shaw per riuscirci. Serviranno i pugni coordinati dei due per mettere ko lui e la sua organizzazione, servirà una famiglia e le sue auto ma lo stesso il film non ne uscirà vincitore come tutti speravano.
È proprio la scrittura quindi a non funzionare. Se la serie madre da questo punto di vista gioca sempre in difesa, cercando di fare il meno possibile per incorrere in quanti meno danni possibili, qui invece è tutto un riversarsi in attacco. Ci sono riferimenti al #cheatday dell’account instagram di Dwayne Johnson, ci sono una serie di oneline non memorabili che tuttavia desidererebbero esserlo (“Now I take you to school son”) e alcune ironie di dubbio gusto come quella per la quale la CIA è mostrata come composta da simpatici nerd di buon cuore che ascoltano le conversazioni dei protagonisti bonariamente, con simpatia e per il loro bene, in fondo.
È chiaro, e non ci sono dubbi, che come sempre per i film della serie la matrice è il cinema asiatico. Vengono infatti dal cinema cinese di grande incasso il tono, la tipologia di coolness dei personaggi e anche gli archetipi che incarnano, come il conflitto che anima il contrasto con il nemico (il classico tradimento di onore e codice tra commilitoni), come anche la maniera molto ingenua con la quale è gestita la parte sentimentale. Ma per essere a quel livello serve allora anche un piano d’azione non solo in grande stile ma davvero stupefacente. E qui, purtroppo, non è presente.