Fast & Furious 9 - The Fast Saga, la recensione
Polarizzando dramma da soap opera e umorismo che dovrebbe stemperare Fast & Furious 9 non trova l'amalgama giusta
Così quando sono nella foresta, tra gli alberi, ci devono andare in auto e pure se (in passato) il terreno di scontro sono stati i ghiacci comunque ci si è andati in auto, e poi ancora se la lotta è in aria, sugli aerei o di più, le auto dovranno volare. Dietro le quinte di questa trama infinita piena di ramificazioni c’è anche Cipher, cioè Charlize Theron, villain di ritorno, davanti invece graditi ritorni di personaggi del passato. Insomma, il manuale della soap opera a uso e consumo delle esplosioni (“Ma Dom! Lei è la donna che ha ucciso la madre di tuo figlio!” verrà detto per ricordare a noi gli intrighi precedenti). Agnizioni, fratelli, ritorni dalla morte, ribaltamenti da bene a male e affetti così esasperati che spingono le persone all’odio in un attimo. Il consueto insieme di sentimenti e azione per commuovere bicipiti potenti.
Certo, la forza del franchise, sta nella sua capacità di concepire forme di azione che si situano sempre un passo più in là del pensabile, andare oltre il ridicolo fino a sconfinare in un territorio quasi sperimentale, in cui la logica non ha proprio senso di esistere e ci sono solo i sentimenti nella forma più elementare possibile (la “familia” per l’appunto) uniti a idee fuori dal mondo come trascinare un caveau intero in un centro abitato, saltare con un’auto da un grattacielo a quello vicino, essere inseguiti da un sottomarino tra i ghiacci ecc. ecc. Stavolta però sembra che la creatività si sia arenata e che l’esagerazione prenda un po’ la strada del risaputo. Nessuno chiede a Fast & Furious 9 di avere i piedi per terra, vorrebbe dire perdere la vera caratteristica che rende il franchise sensato (cioè proprio l'insensatezza), ma la formula che lo rende interessante sta nel battere territori assurdi e stupire prima di tutto con la pianificazione. Questo film non ci riesce.