Fast & Furious 8, la recensione
Con un autore indipendente alla regia Fast & Furious 8 ritrova l'equilibrio dei tempi migliori per il solito esagerato, lungo e surreale spettacolo d'azione
Ci voleva cioè che il franchise che concepisce il mondo e i suoi rapporti di forza come un’unica grande corsa illegale si adeguasse al paradigma di molto cinema di grandissimo incasso hollywoodiano: registi con sensibilità d’autore per spettacoli giganteschi. In questo caso per una trama come sempre degna di un episodio di un telefilm anni ‘80: Dominic Toretto (Vin Diesel) ha tradito la “familia”, è passato con il terribile nuovo nemico di turno, Cipher (Charlize Theron), una hacker imprendibile che ha come obiettivo (di nuovo) la conquista del mondo. Parallelamente per catturare un Toretto la gang dovrà arricchirsi del villain dell’episodio precedente che, rivoltato, è già diventato uno dei buoni: Jason Statham. Il resto sono inseguimenti e finale con grande pranzo familiare sul tetto.
A questo turno la maniera in cui le acque sono artificialmente ingarbugliate funziona beneFast & Furious infatti ruba sempre gli immaginari, non li fonda, qui ad esempio tra le molte parti del collage si notano la visualizzazione digitale degli attacchi hacker di Watch Dogs unita alle corse sul ghiaccio di 007 La Morte Può Attendere. Il lavoro di questi film è immaginare altro. Il titanismo di Fast & Furious significa avere in ogni episodio la capacità ammirabile di immaginare centinaia di macchine che si muovono come zombie o una scena grandiosa come quella dell’inseguimento sul ghiaccio, una in cui (come si vede nel trailer) sia non solo accettabile ma degno d'applauso che Dwayne "The Rock" Johnson esca da un SUV in corsa sul ghiaccio per spostare con le mani la traiettoria di un missile. Quando una scena del genere, una che contiene così tante microscene dall’equilibrio delicatissimo, riesce a questi livelli è uno sforzo di creazione, armonia, movimento e ritmo interno impressionante. Uno in cui gli esseri umani non vanno perduti ma anzi ne escono esaltati nella loro capacità di abitare simili deliri d’azione al pari degli oggetti che esplodono (si veda il modo in cui Jason Statham crea una personalità per il suo personaggio durante la rissa in carcere). In Fast & Furious 8 gli attori non recitano, sono semmai parte di una performance grandiosa, in cui a chi si muove poco (Charlize Theron) spetta il decisivo compito di catalizzare sentimenti e carisma come il villain di una soap opera.