Fast & Furious 5 - La recensione

Dopo un furto di auto, i nostri eroi si ritrovano a dover fronteggiare un pericoloso boss della malavita brasiliana. Supercafone e senza senso logico, ma efficacissimo nella sua rozzezza monotematica...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloFast & Furious 5RegiaJustin LinCastVin Diesel, paul Walker, The Rock, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, LudacrisUscita05-05-2011 

Lo ammetto, sono stupito e quasi ammirato dall'evoluzione della saga di Fast and Furious. Dopo il primo capitolo, che mi sembrava una brutta copia di Point Break, non avrei scommesso un euro che continuasse a lungo (il secondo episodio era d'obbligo, ma il resto proprio no). Ora invece la serie sta diventando l'Ocean Eleven-Twelve-Thirteen proletario, più casinista e senza gli attori ultrafichetti. E magari, confessiamolo con un po' di imbarazzo, funziona anche meglio.

D'altronde, che dire di un film che dopo un minuto incomincia con un geniale piano di evasione, talmente geniale da risultare incredibile che ci sia ancora qualcuno vivo da far evadere. Ma tutta la pellicola è un concentrato di cose senza senso dal primo all'ultimo minuto, con i protagonisti che, più che confrontarsi in gare di velocità, cercano di primeggiare per autolesionismo e per sbruffonaggine. 

E' difficile capire quale sia la scena più imbecille. La fine della rapina al treno iniziale? O tutta la pazzesca sequenza d'azione che conclude degnamente la pellicola? O la corsa di macchine che nessuno sano di mente farebbe, visto che già non dovrebbero farsi notare perché sono ricercati, figuriamoci così? Senza dimenticare una sequenza nei bagni della stazione di polizia che sembra uscita da un cinepanettone. Eppure, tutto ha una sua coerenza quasi commovente in questa stupidità che raggiunge vette himalayane. Al massimo, si rimpiange un'eccessiva lunghezza (130' sono troppi, senza se e senza ma).

Il regista Justin Lin, peraltro, non sarebbe privo di uno sguardo interessante, peccato che la macchina non stia quasi mai ferma ed è quindi impossibile accorgersene. Ma quando all'inizio si sofferma nei quartieri malfamati di Rio, non sembra essere il solito realizzatore patinato tipico di questi prodotti. Purtroppo, non ha avuto il coraggio di sfruttare tutto il tempo a sua disposizione per approfondire questo ambiente pericolosamente affascinante.

Grande protagonista di questo spettacolo, un Vin Diesel coatto ormai al di là del bene e del male. Altro che le due espressioni di Clint Eastwood, lasciate perdere le espressioni, è fatica sprecata. Lui parla col corpo e in questo film, che gli volete dire? E' un Terminator che non fa neanche battute divertenti, ma volete discuterci? Fate pure, tanto ha ragione lui.

Va detto che in quanto a coattagine lo scontro con The Rock è quasi ad armi pari, tanto che quando fanno a botte ti viene da pensare a Hulk contro la Cosa. E' abbastanza chiaro che The Rock sia incazzato nero per tutte le fatine e le migliaia di bambini che ha dovuto sopportare nei titoli per famiglie fatti negli ultimi tempi, quindi non sorride, ma ha tanta voglia di menare le mani e far male.

Paul Walker sembra quasi migliorato. In realtà, ci vuole poco, prima era pessimo, adesso è decente, l'evoluzione in effetti è notevole, ma non è il caso di fare salti di gioia. Intanto, Joaquim de Almeida si ritrova nei panni di un villain che sembra un incrocio tra il Robert De Niro di Toro scatenato e quello de Gli intoccabili, tranne per il fatto che non recita così bene. Se un cattivo deve essere viscido, lui arriva quasi a essere unto. Carisma poco, rozzezza molta, quindi l'attore giusto al posto giusto.

Tutto considerando, è difficile attaccarsi ai personaggi più di tanto, ma in realtà è anche vero che quello che serve lo esprimono, senza troppi giri di parole. E va bene vedere che le donne in azione non servono a essere prese in ostaggio o come oggetto sentimentale. Non sarà un romanzo di Jane Austen, ma è sempre molto meglio di tanti personaggi moderni. In generale, è apprezzabile il grande spirito democratico che permette a tutti (donne, afroamericani, ispanici, asiatici, gay) di essere egualmente supercafoni. E' questa la vera mentalità aperta di Hollywood che amiamo.

E Fast & Furious 5, pellicola perfetta per essere marchiata come simbolo del prodotto decerebrato che arriva da Los Angeles da tanti parrucconi, sembra in realtà essere una delle poche a poter ottenere incassi all'altezza in Italia tra primavera ed estate. Decidete voi se è una buona notizia o meno, io certo non mi scandalizzo...

  
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