Fargo 4x09 "Est/Ovest"/4x10 "Happy"/4x11 "Storia americana": la recensione

Fargo chiude una stagione molto diversa dalle precedenti con un trio di episodi dominati dalla violenza

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Spoiler Alert
Fargo 4x09 "Est/Ovest"/4x10 "Happy"/4x11 "Storia americana": la recensione

Ogni storia, perfino una storia inventata, possiede un proprio grado di verità. Un filtro di memoria storica e di critica sociale che non basta a renderla "una storia vera", ma che al tempo stesso le permette di elaborare ferite sociali. In anni che anche in tv ci stanno raccontando una presa di coscienza dei tumulti sociali negli Stati Uniti, e un nuovo punto di vista sul razzismo sistemico, Fargo fa la sua parte. Come Watchmen e Lovecraft Country, che hanno giocato tantissimo sull'idea di storia e fatti di cronaca reali (come il massacro di Tulsa) mescolati con una storia inventata, anche Fargo costruisce una stagione molto diversa dalle precedenti. Il perno rimane sempre il caos e l'impossibilità di manovrare il destino, ma sullo sfondo – anche – di tensioni etniche.

Questo trio di episodi finali, Est/Ovest, Happy e Storia americana, sono il manifesto di quell'idea. Sono tre puntate che più delle precedenti si basano sull'idea di violenza sfrenata, sull'incontrollabilità delle circostanze avverse. Nel primo di questi episodi, Calamita è alla ricerca di Rabbi e di Satchel. L'episodio è presentato in bianco e nero e ambientato in Kansas. L'idea, ce lo confermerà la presenza di un tornado finale, è di strizzare l'occhio a Il mago di Oz. Quindi l'idea della fuga da sé, dalle proprie radici, ma anche verso la libertà, che qui sarà rappresentata da Satchel finalmente libero dai suoi inseguitori, e pronto a muoversi in un mondo a colori.

Gli ultimi due episodi tornano ad una narrazione più classica per la stagione, e agli ultimi spargimenti di sangue tra i personaggi. Qui Fargo, nella sua stagione sicuramente più atipica, torna più vicino a se stesso e al proprio stile. Episodi di sfortuna grottesca e quasi ridicola, se non fosse quasi sempre collegata a morti violente, si abbattono su tutto e tutti. E c'è sempre il gioco della contraddizione e degli opposti a manovrare tutto. Le due famiglie sono in guerra aperta, entrambe si appoggiano a qualcun altro, entrambe verranno tradite. E poi ci sono Josto e Loy, entrambi sul punto di vincere ed entrambi destinati alla caduta.

Un po' per sfortuna, un po' per leggerezza, ma il destino non concede sconti a nessuno. Gaetano muore nel modo più assurdo dopo aver ucciso Odis, Etherilda svela a Loy un collegamento con la morte di Donatello Fadda che riporta tutto all'evento scatenante iniziale. Josto, dopo aver perduto tutto e aver completato quel processo di trasformazione che lo ha fatto diventare un assassino a sangue freddo, viene giustiziato insieme a Oraetta. Non c'è giustizia né grandezza né enfasi. Solo un vago collegamento con la seconda stagione e Satchel che crescerà per diventare Mike Milligan.

Ma significa tanto voler vedere in questi pochi collegamenti un senso. Forse, come dice Etherilda nel monologo finale, è solo una catena di memorie e ricordi sbiaditi, eventi che si ripetono sempre simili ma sempre diversi. In questo grande caos che domina tutto, riconoscere certi schemi anche nel comportamento umano è tutto ciò che si può fare.

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