Fargo 4x01 "Benvenuti nell'economia alternata"/4x02 "La terra del prendere e uccidere": la recensione
Fino ad un certo punto della première, questa stagione di Fargo non somiglia poi così tanto a Fargo
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Fino ad un certo punto della première, questa stagione di Fargo non somiglia poi così tanto a Fargo. Che certo, essendo una serie antologica è un appunto che vale fino ad un certo punto. Ci sono ovviamente ampi margini di libertà a quello che può raccontare la serie antologica di Noah Hawley. Eppure, anche per giustificare il tutto, dovrà esserci una base comune tra queste "storie vere". Questa arriva, a circa mezz'ora dall'inizio della stagione, con un singolo evento casuale, assurdo, grottesco, tragicomico, che mette in moto la valanga sulla quale probabilmente si baserà il resto della stagione.
La tregua vacilla pesantemente nel momento in cui il boss italiano Donatello Fadda (Tommaso Ragno), uno dei due capi, muore. Il figlio Josto Fadda (Jason Schwartzmann) prende il suo posto, ma probabilmente non ci sta a mantenere gli stessi accordi del padre con i nemici, e nel frattempo si presenta alla porta anche il fratello Gaetano (Salvatore Esposito), che potrebbe creare dei guai. Dall'altra parte, ci sono gli afroamericani guidati da Loy Cannon (Chris Rock), che vorrebbero espandersi, anche appoggiandosi alle banche per alcune iniziative private. Ma, appunto, presto potrebbero verificarsi nuovi e più sanguinosi imprevisti.
Ad unire italiani e afroamericani ci sono le discriminazioni subite nel paese, gli atti di sistematica esclusione che li collocano alla base e da cui cercano di uscire con mezzi più o meno leciti. Non è un caso se gran parte della narrazione ricade su un personaggio terzo, Etherilda Pearl Smutny (E'myri Crutchfield) ragazza di colore nata in un matrimonio misto. Idealmente, collocata tra bianchi e neri, soffrendo la mancanza di un senso di appartenenza, il personaggio e le vicende della sua famiglia si inseriscono in un centro ideale dell'intreccio.
È un Fargo più serioso e impegnato del solito, che però stavolta sembra avere un passo più lento. Ma che al tempo stesso si concede momenti sopra le righe e caratterizzazioni al limite, come tutte quelle che riguardano l'infermiera assassina Oraetta Mayflower (Jessie Buckley).