Fargo 3x08 "Who Rules the Land of Denial?": la recensione
La recensione dell'ottavo episodio di Fargo, intitolato "Who Rules the Land of Denial?"
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Si riparte dall’assalto da parte degli uomini di Varga al furgone che trasporta, tra gli altri, Nikki e la vecchia conoscenza Mr. Wrench. Una maschera da lupo che rievoca la grande allegoria di Pierino e il lupo utilizzata nelle puntate precedenti è il punto d’inizio di una caccia serrata nei boschi. Ci sarà modo per Nikki di intavolare discussioni non convenzionali con Wrench, e anche qualche attimo di ripensamento e forse senso di colpa per quanto avvenuto a Ray. Sentimenti dei quali ci fa piacere ricevere una conferma, dato che finora il rapporto tra Ray e Nikki era rimasto un po’ ambiguo, quantomeno da parte della donna.
E poi c’è Yuri che vive un doppio momento di realizzazione, nel momento in cui riconosce il nome Helga tatuato sul braccio del collega, nome di una donna che ha ucciso e che veniva citata nell’ormai lontanissimo prologo del primo episodio. Li ritroveremo, sia lui che Nikki, in un bowling ai confini del mondo. Qui i riferimenti si sprecano. Non può che venire in mente il personaggio di Sam Elliott in Il Grande Lebowski, che qui avrebbe le fattezze di Ray Wise. Praticamente, il valore metanarrativo di quella situazione nel film (parodia del noir), qui ha invece un valore sovrannaturale. Inserisce in Fargo, nella nostra cara “storia vera”, una dimensione particolare, di confessione e confronto con se stessi, un limbo se vogliamo.
È tanto, ma non è tutto. C’è un salto temporale nel momento in cui Sy viene messo fuori gioco da Varga (che nell’episodio racconta anche la storia del soldato Hiroo Onoda). Tre mesi dopo, la vicenda umana di Emmit viene scandita dalle note del Faust – che nel suo caso sono molto calzanti – e tutto si chiuderà con una confessione a Gloria.