Fargo 3x07 "The Law of Inevitability": la recensione
La recensione del settimo episodio della terza stagione di Fargo, intitolato The Law of Inevitability
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L'idea di un intreccio così rapido favorisce l'immagine di personaggi intrappolati in scatole chiuse dalle quali faticano a uscire. Varga emerge su tutto come il padrone della storia, la figura che dall'alto muove i fili e agisce per i propri scopi senza alcun ritegno. Emmit, a cena con Sy e la vedova Goldfarb, il tutto sotto il perenne sguardo di un dipinto che raffigura proprio degli orsi, tradisce tutta la propria colpa e frustrazione per quanto accaduto a Ray. Avvertiamo più paura che senso di colpa in questo momento, ma tutto è destinato a scoppiare in due pianti separati: quello di Emmit, non a caso legato da una sovrapposizione alla figura di Varga, e quello di Sy, che non riconosce più il mondo in cui vive.
Pochi minuti prima avevamo visto il primo incutere timore nei confronti di un agente all'interno di una libreria. A Yuri spetta il solito memento sulla morale della storia: "You think you see me but your eyes are lying". Accanto a Nikki siede Wes Wrench, volto noto della prima stagione di Fargo, che era apparso più giovane nella seconda annata, nell'episodio Palindrome. Questa seconda parte della stagione di Fargo intanto continua a muoversi con maggiore agilità della prima, magari lasciando qualcosa da parte per quanto riguarda tematiche – a questo punto ben chiare – e riferimenti alti, ma lavorando maggiormente sulla soddisfazione immediata dello spettatore.