Fargo 3x05 "The House of Special Purpose": la recensione

Arrivato a metà del percorso stagionale, Fargo porta la tensione su un livello più alto: intanto continua la riflessione sul rapporto tra verità e percezione di questa

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Spoiler Alert
"It never happened!"/"That doesn’t make it any less of a fact". Ci sono parecchi richiami come questo all'interno di The House of Special Purpose, quinto episodio della terza stagione di Fargo. Ancora una volta, magari sottolineando il tutto con accorgimenti registici, la scrittura della serie di FX puntualizza la natura grottesca di eventi che si richiamano per associazione d'idee, casualità e coincidenze varie. Da questo caos di collegamenti randomici emerge un quadro di verità fattuali, o meno, che hanno valore per il solo fatto di generare conseguenze. E, nell'epoca della postverità, questo è un elemento da tenere tristemente in considerazione.

Capita ad esempio con il nuovo capo della polizia, che mette a tacere i sospetti di Gloria e della sua collega circa i collegamenti tra Ray e Emmitt e l'uccisione di Ennis. Coincidenze, fatti che capitano di continuo. Per provarlo cita un evento accaduto ad una certa Laura Buxton, una bambina inglese che lascia andare il suo palloncino con un biglietto che diceva di restituirlo alla proprietaria. Quel palloncino viene effettivamente ritrovato a molti chilometri di distanza da un'omonima Laura Buxton. "This is a true story", afferma l'agente, citando quella che praticamente è la tagline dello show. La cosa che noi, a posteriori, dovremmo sapere, è che questa è davvero una storia vera (maggiori dettagli).

Il punto centrale allora, quello su cui gravita tutta l'idea dell'universo di Fargo, è questo: in un mondo in cui i collegamenti aumentano in modo esponenziale, per assurdo le coincidenze diventano inevitabili. Ma dietro tutto questo rimane uno strano ordine di giusto e ingiusto per cui chi rischia stupidamente viene punito, mentre chi rimane sulla retta via viene salvato. Queste sono grandi idee che la serie non esplora a livello speculativo, ma che vengono mostrate concretamente nella realtà, in un sistema di azione e reazione continua. Ray e Nikki fanno uno stupido video per ricattare Emmitt, e questo finisce nelle mani sbagliate; non fanno passi indietro ma anzi insistono con il ricatto, e Varga si mette in mezzo.

La scena in cui Nikki viene picchiata è brutale perché offscreen. Per un momento addirittura pensiamo che potrebbe essere morta (serie antologica, nessuno è al sicuro). Tematiche classiche comunque nella serie, che anche a questo giro non si smentisce. Ogni passo ipocrita, ostinato, egoista in avanti da parte di personaggi che, va detto, non si possono permettere di rischiare ma lo fanno lo stesso, aumenta la tensione. Il titolo della puntata si riferisce all'ultima residenza dei Romanov, quella in cui vissero nei pochi mesi precedenti alla loro esecuzione. Al suo posto oggi sorge la Cattedrale del Sangue.

E tra l'altro vale la pena ricordare che da quell'evento nacque il famoso mistero di Anastasia. Vera o non vera (e non è vera), si tratta di una vicenda entrata così tanto nell'immaginario collettivo da soppiantare quasi nel sentire comune la verità storica. Fargo parla anche di questo.

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