Fargo 3x01 "The Law of Vacant Places": la recensione
Ritorna Fargo con la sua terza stagione: la serie antologica di FX debutta con un episodio preparatorio, non esplosivo, ma in crescita
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In Minnesota, nel 2010, avvengono fatti che la consueta avvertenza ci ricorda essere basati su una storia vera. Naturalmente così non è, ma il senso di costruzione e artificiosità che si scontra con la pretesa di veridicità è uno dei marchi di fabbrica dello show. Ewan McGregor si sdoppia per l'occasione e interpreta i due fratelli Emmit e Ray Stussy. I due non potrebbero essere più diversi. Emmit è un uomo di bell'aspetto e di successo, mentre Ray è un agente di custodia dall'aspetto trasandato e dai molti problemi.
Singolarmente il concetto di improbabilità del tutto, che permea la storia fin da questa prima ora, tra senso del grottesco e personaggi sopra le righe, ha un suo senso più profondo a partire dal titolo scelto. Questo fa riferimento al calcolo delle probabilità nel bridge – e il gioco delle carte torna nell'episodio – considerando come punto di riferimento indiretto il fatto che tutte le possibilità siano in gioco in qualche modo. Se tutte le carte sono sul tavolo, le incognite sono calcolabili, o quantomeno probabili. E tutto si riduce a un gioco a somma zero in cui per qualcuno che vince qualcuno dovrà perdere, per qualcuno che compie un errore un altro dovrà pagare.
Episodio in crescita comunque, più lento e preparatorio nella prima mezz'ora, più esplosivo e memorabile nella seconda. Si prospetta un'altra ottima stagione per Fargo.