Fargo 2x04, "Fear and Trembling" - La recensione
Ci si prepara alla guerra armati di speranze che assomigliano a illusioni nel quarto, splendido episodio di Fargo
Parliamoci chiaro: Fear and Trembling è l'episodio che stavamo aspettando dall'inizio della stagione, il punto di rottura che spinge tutti i personaggi principali a compiere delle scelte decisive quanto drammatiche, nonché l'acme di tensione della storia finora narrata. D'ora in avanti, come dice Floyd Gerhardt (Jean Smart), sarà la guerra. Hanzee Dent (Zahn McClarnon) si configura sempre più come una versione più soft e umana dello spietato Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi, e la sua indagine si muove su binari paralleli a quella di Lou Solverson (Patrick Wilson). Entrambi gli uomini arrivano finalmente a Ed e Peggy Blomquist (Jesse Plemons e Kirsten Dunst), quasi in sincrono. Il che, se da una parte mette i coniugi in una pessima posizione, dall'altra offre loro l'estrema possibilità di salvezza. Ma la guerra - Hanzee - non bussa alla loro porta, si insinua a loro insaputa negli spazi domestici alla ricerca di indizi e, puntualmente, li trova. A nulla valgono i tentativi di Lou di far confessare ai due coniugi cosa è realmente accaduto la fatidica notte in cui Peggy investì Rye Gerhardt: i Blomquist, divisi su ogni altro aspetto della vita e proiettati verso un futuro di coppia popolato di macerie, sono compatti nell'affrontare la rovina mano nella mano, e si avviano con passo tremante verso l'abisso.
Tra i punti di forza di questa seconda, splendida stagione spicca quindi l'assenza di villain tradizionalmente intesi. Ogni personaggio ha le proprie fragilità e, quindi, offre al pubblico un potenziale empatico che era ben più labile nella prima stagione. Ciò che si avvicina di più al cattivo classico è Mike Milligan (Bokeem Woodbine), ma persino lui sembra avere dei punti vulnerabili che lo rendono estremamente umano. Ma il dramma umano più intenso è quello che deriva, in brevi ma pregnanti scene, dalla malattia di Betsy (Cristin Milioti). Anche lei è in guerra, con un coraggio che supera quello di qualunque sparatoria, il coraggio silenzioso di chi lotta contro un nemico interno e invisibile senza farlo pesare su chi ama. Un dramma analogo, anche se con pesi e conseguenze diverse, a quello di Peggy, sola nel dolore della propria insoddisfazione, in fuga da quel concetto melenso e trito di sogno domestico americano in cui Ed si culla.