Fargo 1x02 "The Rooster Prince": la recensione

Secondo, ottimo episodio per Fargo, che introduce nuovi personaggi e vicende

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Nel secondo episodio di Fargo la trama inevitabilmente rallenta, si riprende fiato dopo gli avvenimenti della scorsa settimana, si mettono in gioco nuove pedine che serviranno per gli sviluppi futuri. Tutto ciò senza che la qualità generale ne venga intaccata, anzi. La serie di FX ispirata all'omonimo lungometraggio dei fratelli Coen continua a catturare e a sorprendere, soprattutto sul versante tecnico, con alcune soluzioni visivamente e narrativamente accattivanti. E la direzione completamente diversa intrapresa rispetto al film costituisce un valore aggiunto in termini di curiosità.

The Rooster Prince, questo il titolo della puntata, riprende dove si era interrotta la scia di sangue dello scorso episodio. Ciò che è avvenuto non passerà inosservato e nemmeno verrà dimenticato troppo presto, ma anzi avrà un impatto non indifferente sulle vite dei protagonisti, in alcuni casi in modi abbastanza prevedibili, in altri un po' meno. Dal funerale di Pearl vediamo come Lester non si sia completamente ripreso dall'omicidio. Qualche frase di rito, la possibilità di trasferirsi a casa del fratello, ma anche la sofferenza silenziosa, o al più fraintesa, di Lester, che non è certo un omicida silenzioso e fuori di testa come Lorne. L'elaborazione del lutto si scontra intanto con la caparbietà di Molly, che non crede alla versione fornita dall'uomo e che continua a scavare forte della convinzione che debba esistere un legame tra l'omicidio di Sam Hess e la strage a casa dei Nygaard.

Non è assolutamente dello stesso avviso il nuovo sceriffo Bill, che anzi, dopo aver assecondato i sospetti della collega per un certo periodo e dopo aver condotto un "interrogatorio" all'acqua di rose, decide di toglierle completamente il caso e di spedirla a indagare sul cadavere congelato rinvenuto nei boschi di recente. Molly, che forse si insospettisce perché Lester ricorda una certa marca di chewing-gum della sua infanzia, ma nulla degli avvenimenti di pochi giorni prima, obbedisce a malincuore. Ciò che nessuno dei due sa è che anche quella morte fa parte del quadro generale. Nella cittadina intanto giungono due nuove figure, eccentriche, caratteristiche, e naturalmente velate da una passione omicida che non guasta. Si tratta di Mr. Numbers (Adam Goldberg) e del sordomuto Mr. Wrench (Russell Harvard), incaricati di scoprire l'assassino di Sam Hess. Il loro primo tentativo, che in fondo ha il solo scopo di presentarceli, si risolve in un buco nell'acqua (anzi, nel ghiaccio, quello in cui viene infilato il cadavere di un uomo sospettato ingiustamente dai due).

Le soddisfazioni migliori dell'episodio arrivano però da Duluth e dal presonaggio di Lorne Malvo, che nel frattempo è andato oltre gli eventi della scorsa settimana e ha ottenuto un nuovo incarico, quello di far fuori la moglie di Stavros Milos (Oliver Platt). Titolare di una catena di supermercati, l'uomo è ricattato, probabilmente dalla donna, e si rivolge a Lorne per eliminarla. Tra uno scontro con il figlio idiota del suo cliente, e un contatto con un uomo poco raccomandabile, inviato dalla moglie per intimidirlo, Lorne prende le misure prima di agire. Billy Bob Thornton – bastano due episodi per capirlo – è il valore aggiunto alla serie: come ruolo e come interpretazione (Martin Freeman è bravo, ma è troppo simile ad altri suoi personaggi). Non è un caso che i momenti migliori dell'episodio siano tutti suoi, come quando va a "ritirare" un certo pacco, o come quando reagisce con un silenzio molto eloquente e andando in bagno alle minacce che gli vengono rivolte.

C'è poi una piccola parentesi dedicata a all'agente Gus Grimly che cercò di fermare Lorne alla fine dello scorso episodio. Vediamo la figlia dell'uomo, gli sguardi malsani lanciati con una vicina che si era spogliata di fronte a lui, e c'è un dialogo nel quale l'uomo – che si definisce padre prima che agente – cerca indirettamente di deresponsabilizzarsi per aver lasciato andare il criminale. Non ne parla mai apertamente, ma la sensazione è che il dialogo sia più rivolto a se stesso che alla figlia. C'è del senso di colpa nelle sue parole e, sembra ovvio dato che rivediamo il personaggio, la storia non finirà qui.

Anche questa settimana la solidità dei caratteri e di una storia che, nonostante la solita scritta iniziale, è inverosimile, passa attraverso il perfetto controllo su ambiente e scrittura. La scena di Lorne che va in bagno è emblematica. A raccontarla fa ridere (e in effetti c'è anche quella reazione), ma non è tutto qui. C'è un perfetto legame tra grottesco, violenza sospesa, tecnica cinematografica o televisiva, e la sistematica decostruzione dei ruoli tipici (l'assassino, la vittima, il poliziotto) che è in fondo alla base dell'ironia e dello humour nerissimo che permeano la serie, e che in questo momento è anche il legame maggiore tra Fargo film e Fargo serie televisiva. Questa settimana un piccolo, forse inevitabile, passo indietro rispetto all'esordio, ma la serie continua a meritare di essere vista.

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