Faremo senza, la recensione

Abbiamo recensito per voi Faremo senza, di Manu Lacernet, tradotto da Zerocalcare

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In termini prettamente narrativi, i canoni con cui viene analizzato un lavoro a fumetti di stampo seriale talvolta risultano inadatti all'analisi di storie autoconclusive che sviluppano una narrazione più affine al lavoro autoriale. Per quanto detesti la distinzione tra le due forme di espressione, è innegabile che esistano differenze tangibili tra le storie che ripercorrono archetipi classici legati all'avventura con piccole variazioni sul tema e quelle che, invece, attraversano sentieri diversi. Faremo senza di Manu Lacernet, edito in italia da Coconino Press, appartiene sicuramente alla seconda categoria: un'esperienza introspettiva a metà tra un flusso di coscienza e uno sfogo, che parla direttamente alle emozioni più profonde del lettore, oltrepassando ogni filtro che, nella vita reale, renderebbe quasi impossibile un simile livello di condivisione tra sconosciuti.

Faremo senza, anteprima 01

Non essendoci una vera e propria trama a portare avanti il racconto, Faremo senza utilizza come motore narrativo l'empatia. Lacernet parla di paure condivise, con tutte le loro ambivalenze e contraddizioni. Quasi vent'anni prima dell'attuale trend italiano che tratta il tema dell'ansia e dell'inadeguatezza, l'autore propone un monologo accorato senza pretese di universalità che, attraverso un'esperienza strettamente personale, trasmette tutte le sfumature della sfera emotiva, senza fare leva su sentimenti patetici per risultare condivisibile.

Faremo senza, anteprima 02

La traduzione di Zerocalcare (che con una simpatica tavola ha presentato il volume) rispecchia i toni delicati francesi mantenendo quel linguaggio colloquiale che permette all'autore di comunicare con lettori di ogni età. Con un lettering corsivo a mano libera e il registro colloquiale, l'autore sembra rivolgersi tanto ai più grandi quanto ai più piccoli, raccontando un percorso di vita volto a esorcizzare la più grande paura comune che affligge l'uomo dall'alba dei tempi, quella della morte.

Faremo senza, anteprima 03

Nonostante gli argomenti talvolta molto cupi, la morbidezza dei disegni sdrammatizza anche le parti che sembrano più affini alla depressione che all'ansia stessa. Il ragionamento dell'autore, nonostante si tratti di un pensiero personale, ha comunque una coerenza logica che si evolve nel corso del volume, andando a esprimere considerazioni tutt'altro che spicciole sui dubbi e le incertezze che accompagnano ogni età, focalizzandosi sulla necessità di comunicare come altra faccia del bisogno di solitudine.

Faremo senza, anteprima 04

Ciò che sconvolge, e che rende unico questo volume nel suo genere, è che Manu Lacernet lo ha realizzato quando aveva vent'anni, un periodo in cui difficilmente si ha la profondità e l'esperienza per fare bilanci sulla vita trascorsa. Nonostante i contenuti talvolta troppo sinceri e difficili da mandar giù, il lavoro di Lacernet rappresenta una vetta poeticissima nell'ambito dei racconti intimisti. Tanto difficile da mandar giù in un sorso solo, tanto impossibile da posare sul comodino prima del termine: ambivalente, come la vita vera.

Faremo senza è un bilancio sulla vita, un momento di riflessione che esprime la sua profondità nel gusto di prendersi una pausa e fare il punto della situazione, con assoluta onestà e franchezza.

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