Far Harbor, la recensione del DLC di Fallout 4
Il DLC di Fallout 4 che tutti stavamo aspettando: la recensione di Far Harbor
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Serve un alleato, qualcuno, meglio ancora, da assoldare e che faccia il lavoro sporco (e pericoloso) al posto suo. Poco a sorpresa, la scelta ricadrà sul solito eroe scongelato dopo anni di sonno criogenico, sempre a caccia di nuove avventure e desideroso di offrire il suo aiuto a chiunque lo chieda. Il viaggio, aggrappati alle arrugginite paratie di una bagnarola, è breve, ma è un’ottima allegoria di ciò che questo DLC rappresenti per Fallout 4. Dopo il contentino, Automatron, e il passo falso, Wasteland Workshop, Far Harbor è qualcosa di totalmente diverso, un’oasi (o isola) felice che accontenta tutti, garantendo almeno una ventina di ore di divertimento extra, immergendo l’utente in uno degli scenari più convincenti e coinvolgenti dell’intera saga.
Il porto, unico centro abitato dell’isola degno di questo nome, è presidiato da un nutrito campionario di reietti, uomini di buona volontà e semplici sopravvissuti il cui passato (e futuro) è stato cancellato dallo stesso cataclisma che ha distrutto l’intera civiltà. Far Harbor non introduce meccaniche inedite, né pretende di evolvere il gameplay modificando gli equilibri che fino a qui hanno retto alla grande. Propone una serie di quest più o meno prolungate, mette a disposizione nuove armi e armature, fa scontrare il videogiocatore con abomini e ostacoli (pseudo)naturali mai visti prima.
[caption id="attachment_156601" align="aligncenter" width="508"] La nebbia radioattiva renderà difficoltosa l’esplorazione, ma concorre a creare scenari sinistramente affascinanti ed evocativi.[/caption]
Alle spalle, soprattutto, c’è un grande lavoro di scrittura e sceneggiatura, che trova il suo apice in Nick Valentine. Nel porto verrete avvicinati da un certo Old Logfellow, un lupo di mare che sa il fatto suo quando c’è da sterminare qualche bestia mutante. Potrete utilizzarlo come spalla lungo tutto il corso della main quest, ma noi vi consigliamo caldamente di scegliere al suo posto il detective. Con lui al seguito, una lunga serie di PNG riveleranno dettagli e risvolti narrativi assolutamente stuzzicanti, che gettano ombre sinistre sul passato di Nick.
"Far Harbor propone una serie di quest più o meno prolungate, mette a disposizione nuove armi e armature, fa scontrare il videogiocatore con abomini e ostacoli (pseudo)naturali mai visti prima"Le fazioni che si contendono il controllo di Far Harbor, inoltre, sono ottimamente caratterizzate e introducono tutta una serie di scelte morali che, finalmente, apportano rilevanti e spesso devastanti variazioni al proseguo della trama. Gli abitanti del porto, i Figli dell’Atomo, fanatici che venerano la nebbia radioattiva, e i Sintetici di Arcadia, guidati dal robotico DiMa, si presenteranno all’eroe asserendo ragioni ugualmente condivisibili, non mancando di tradire aspetti tutt’altro che rassicuranti e razionali in ognuna delle linee politiche e diplomatiche adottate. Scegliere chi sostenere, insomma, sarà difficile, un compromesso che vi tormenterà soprattutto quando sarete costretti ad agire contro i vostri principi morali.
[caption id="attachment_156599" align="aligncenter" width="508"] Per esplorare al meglio la nuova regione, potrete contare su alcune imbarcazioni che vi renderanno il compito più semplice.[/caption]
Non manca naturalmente qualche sbavatura che svaluta, pur lievemente, il valore del DLC. Oltre al prezzo esorbitante (fissato sui venticinque euro), a rovinare l’esperienza ci pensa un frame rate spesso e volentieri problematico, almeno su console. Nulla di nuovo, anche qui, ma in certi combattimenti la situazione diventa davvero ingestibile, tanto da farci sperare che Bethesda sia già a lavoro su una patch riparatoria.
Nonostante ciò, Far Harbor è il contenuto aggiuntivo di Fallout 4 che tutti stavamo aspettando. Longevo e impegnativo al punto giusto, si distingue per una cura artistica e narrativa sopra la media. Semplicemente imprescindibile per chi ha apprezzato l’ultimo capitolo della saga di Bethesda.