Fantomius 2, la recensione

Ritorna Fantomius, il ladro gentiluomo di Marco Gervasio, in quattro episodi con tanto di ambientazione cinematografica...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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La collana Definitive Collection nei mesi passati ha iniziato a presentare quattro diverse saghe: Fantomius, Darkenblot, Pippo Reporter e Tutti i milioni di Paperone.
È giunto il momento di proseguire i cicli di storie già introdotti e infatti sono stati annunciati i secondi volumi di ognuno di essi; apre le danze il ladro gentiluomo di Marco Gervasio, che riporta il lettore nelle atmosfere anni '20 già apprezzate nei primi episodi.

Dopo aver definito nel primo albo l'universo narrativo in cui si muovono i personaggi, qui l'autore racconta nuove avventure proponendo una struttura fissa: inizialmente Lord Quackett si dedica con esiti disastrosi a differenti sport, per dimostrare di essere impacciato come i vari Bruce Wayne o Don Diego Della Vega, ma poi entra in scena il suo alter ego per attuare un furto con grande abilità.

L'elemento più piacevole nella lettura è l'ambientazione, caratterizzata con cura e in ogni puntata incentrata su un particolare aspetto del periodo; in questo albo in particolare abbiamo quattro avventure con una forte ispirazione cinematografica.

Si comincia con un omaggio al cinema muto, in un racconto privo di dialoghi in cui le uniche parole appaiono sui caratteristici cartelli in bianco e nero, e dove fanno la loro comparsa alcuni divi dell'epoca.
Si prosegue con una storia ispirata al genere horror e in particolare al film La Mummia, per continuare con una vera e propria parodia di King Kong in cui le versione paperesche dei protagonisti del film si mescolano con gli attori e lo staff originali.

A chiusura dell'albo un giallo ambientato sui campi da sci, per richiamare una categoria di pellicole a cui appartiene per esempio La Pantera Rosa, in cui c'è un misterioso caso da risolvere tra rustiche baite e boschi innevati.

Anche se divertenti e ben scritti, i singoli episodi cominciano a soffrire di una certa ripetitività, anche a causa della natura autoconclusiva. Fanno sorridere i simpatici cameo di figure realmente esistite, o la comparsa nel terzo episodio di Quackmore, Ortensia e Matilda (personaggi della Saga di Don Rosa), ma le vicende iniziano a essere prevedibili e soffrire della mancanza di qualcosa di più.

L'ultima storia propone una continuity interna alla saga con la riproposizione di Hercule Paperot, che rende la situazione già più interessante; il cliffhanger finale suggerisce la futura introduzione di Sherlock Holmes, grazie al quale la serie adotterà anche una struttura più elaborata con collegamenti diretti tra un episodio e l'altro.

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