Fantastici Quattro 5, la recensione
Abbiamo recensito per voi il quinto numero di Fantastici Quattro, di Slott, Kuder, Allred e Hughes
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Ultimamente, la comunità supereroistica è sempre più propensa a celebrare matrimoni. Solo in questa prima parte del 2019 sono già tre le cerimonie a cui abbiamo avuto l’onore di partecipare: dopo il burrascoso epilogo della relazione tra Batman e Catwoman, ci siamo spostati al banchetto di Colosso e Kitty Pryde, dove – con grande stupore – abbiamo visto convolare a nozze una coppia da poco ricongiuntasi, quella composta da Rogue e Gambit. Ora tocca alla sempre amabile Cosa dagli occhi blu e ad Alicia Masters pronunciare il fatidico sì.
Per celebrare un giorno così importante, l’ex scrittore di Amazing Spider-Man si è avvalso del supporto al tavolo da disegno di grandi artisti quali Aaron Kuder, Mike Allred e Adam Hughes. I tre si dividono i diversi segmenti in cui è articolato la storia: il primo si occupa dei frenetici preparativi che vedono coinvolti i vari membri dei Fantastici Quattro (4 minuti di preavviso); il disegnatore di Silver Surfer ci porta indietro nel tempo per analizzare il rapporto che lega Ben Grimm alla Donna Invisibile sin dal principio della loro amicizia (Cambio di partner), mentre Hughes ci mostra i retroscena dell’addio al celibato e nubilato dei futuri sposi (Addio al celibato).
Tra storici villain, partite a strip poker e minacce cosmiche prende corpo un evento davvero riuscito e coinvolgente che rimarca – qualora ce ne fosse bisogno – il tema portante della serie: la famiglia. Vivendo gli attimi precedenti al ricevimento, Slott passa in rassegna i diversi stati d’animo di tutti i protagonisti della testata: ritroviamo un Mr. Fantastic particolarmente assorto nelle sue formule e un Johnny inaspettatamente riflessivo; inoltre, lo scrittore americano non manca di evidenziare lo spirito materno di Sue, alle prese con grandi e piccole difficoltà.
Insomma, la magia che da sempre accompagna questa pubblicazione torna con prepotenza al centro dell’universo narrativo della Casa delle Idee. Il merito è tutto di Slott, che ha saputo giocare con questa peculiarità del Quartetto – ormai allargato – e contemporaneamente spingere sulla fascinazione nata dalle gesta della squadra: il sense of wonder della fantascienza incontra il riparo sicuro della famiglia, in un connubio quanto mai solido e convincente.
Eventi del genere sono sempre rischiosi, in quanto si potrebbe finire per infilare una dietro all’altra una sequela di scene sdolcinate poco incisive. Dopo quasi tre anni di assenza, invece, quello che serviva era proprio celebrare ciò che più è mancato. Il matrimonio di una coppia come Ben e Alicia, in grado di superare problematiche di ogni genere, è la quintessenza della serie, l’idea alla base del suo successo.
Sfruttando le sue abilità e potendo vantare su eccellenze come i disegnatori all'opera su queste pagine, Slott ci ha restituito un posto sicuro dove rifugiarci nei momenti difficili: la nostra Famiglia.
Auguri Ben, auguri Alicia! Viva gli sposi!
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