Famiglia All'Improvviso: Istruzioni Non Incluse, la recensione
Un melodramma travestito da commedia, Famiglia All'Improvviso: Istruzioni Non Incluse vuole rendere leggero ciò che sarebbe pesante ma non ci riesce
Insomma se anche non ci fossimo accorti che oggi un dramma serio e senza appello non è più possibile per il cinema commerciale, Famiglia All’Improvviso ce lo ricorda con la più strana e poco funzionale delle contaminazioni.
Tutto nasce in Messico dal film No Se Aceptan Devoluciones da cui questo remake francese ambientato in una Londra raccontata a chi non ha mai viaggiato (le file a destra, la pioggia, la metro caotica e i cittadini scorbutici). Uno scapolone incallito tutto mare, avventure notturne, donne e menzogne, scopre di avere una figlia neonata e nel momento in cui gli viene presentata la madre scappa. Rimasto solo con la bimba insegue la genitrice a Londra per ridargliela e sbarazzarsene ma lì rimarrà incastrato grazie ad un’amicizia tanto rapida quanto provvidenziale che gli fornisce anche un lavoro redditizio come controfigura. È diventato padre. Più di 10 anni dopo però, quando ormai ha una vita bella e fatta, la madre ritornerà. Questa serie di svolte che cadono dal cielo, come per l’appunto nei migliori melodrammi, sembrano mettere al centro di tutto la provvidenza o un destino beffardo che veglia e vessa dei protagonisti che tuttavia rimangono allegri. Non mancherà infatti una vaghissima “malattia mortale” a dare a tutto il racconto un’aria definitiva e solenne, né tantomeno mancheranno le battaglie sentimentali.
Omar Sy come sempre è una forza, è attraente, è dinamico, cattura lo sguardo, sa rendere credibile ogni scemenza ed intrattiene nel senso più completo del termine, è un attore protagonista perfetto, la forza motrice che evita a Famiglia All’Improvviso di non scadere nel fastidioso o nel noioso, ma intorno a lui c’è davvero il deserto della noia.