The Fall (seconda stagione): la recensione
Seconda stagione di The Fall: il thriller inglese con Gillian Anderson delude
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Il climax del primo anno aveva lasciato in sospeso la caccia al killer da parte della sovrintendente Stella Gibson. Paul Spector (Jamie Dornan) era riuscito a fuggire, e ben poco si era potuto fare per evitare che l'assassino di donne, lo psicopatico che si era dedicato anima e corpo per abbattere queste figure corrispondenti ad un determinato identikit, colpisse ancora. In questa stagione il cerchio torna a chiudersi inesorabilmente sull'assassino, le mura della copertura familiare iniziano a cedere, anche in seguito al malsano rapporto che si stabilirà tra il killer e la sedicenne Katie, che inizierà a condividerne le motivazioni disturbate.
Intanto le ingenuità narrative sono tante, troppe, e il ritmo della serie, che tra le altre cose ha anche il difetto di presentare episodi troppo lunghi, non riesce a sorreggerle tutte. Tra una faciloneria della polizia irlandese e un'ingenuità del killer, l'intero sestetto di episodi sembra una partita a scacchi tra due partecipanti in cui vince chi sbaglia di meno. Il tutto culminerà con un cliffhanger scorretto e sgradevole, soprattutto considerato come l'intera vicenda sia stata già dilungata oltremisura. Miniserie, thriller e tv inglese sono una combinazione di attributi che negli ultimi anni hanno tirato fuori, insieme o singolarmente, delle vere perle: The Fall al suo secondo anno non è riuscita a confermarsi come una di queste.