Faith vol. 2: Intrighi in California, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Faith, di Jody Houser, Pere Pérez, Marguerite Sauvage e Colleen Doran

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Prendete il supereroe più improbabile che la vostra mente sia in grado di immaginare. Conferitegli i poteri di uno psiota, che gli permettono di volare, spostare gli oggetti e colpire un nemico grazie al suo campo compagno. Aggiungete una pioggia di elementi presi in prestito dalla cultura pop - in particolare da quella geek - insieme a un elegante senso dell’umorismo. Affidate il tutto alle sapienti mani di un’ottima sceneggiatrice e a un variegato gruppo di disegnatori e otterrete Faith, serie Valiant dedicata a un personaggio decisamente sui generis.

Protagonista di queste divertenti avventure è Faith Herbert, ragazza oversize che nella sua breve ma intensa carriera ha già fatto parte dei Renegades (con i quali ha tenuto testa allo psiota potenziato Toyo Harada) e della squadra Unity (in sostituzione di X-O Manowar). Le due esperienze, però, hanno lasciato nell’animo di Faith non poche ferite, tanto da condurla a prendere una decisione netta: assumere una nuova identità - Summer Smith - lavorare per la redazione della webzine Zipline e sventare le minacce che incombono su Los Angeles.

L’importante riscontro di pubblico e critica riscosso dalla miniserie Faith ha spinto la Valiant a lanciare una serie regolare affidata nuovamente alla sceneggiatrice Jody Houser per i disegni di Pere Pérez, Marguerite Sauvage e Colleen Doran. Dopo Hollywood e la Vigna, ecco giungere in Italia, grazie al caparbio lavoro di Star Comics, il secondo volume di questa fortunata serie, intitolato Intrighi in California.

Bissare il successo dell’esordio non è mai facile; conclusa la spinta per l’effetto novità, Faith necessitava in primis di una sceneggiatura solida per far svanire lo spettro della ripetitività. La Houser riesce ad andare addirittura oltre, non solo confermando quanto di buono prodotto in precedenza, ma anche ampliando l’universo narrativo del personaggio. Il merito va ricercato in un’indovinata e ammiccante caratterizzazione di Faith - perfetta incarnazione dell’animo nerd insito in ogni lettore - e nella riuscita gestione di dialoghi e situazioni degne della miglior sit-com. Se fosse una serie televisiva, Faith sarebbe la migliore in assoluto.

La lettura scorre leggera e spensierata tra scadenze da rispettare e fiere del fumetto da visitare. Intrighi, strani furti e cosplayer troppo audaci complicano la quotidianità dell'eroina, impegnata a conciliare la sua sfera privata con quella pubblica; ma Faith non è tipo da perdersi d’animo tanto facilmente, nemmeno quando deve affrontare se stessa! Scanzonata, intelligente e autoreferenziale, la comicità della Houser conquista senza far registrare cadute di stile; non solo: una scrittura fresca, volutamente ruffiana e dal ritmo serrato completa i pregi di una commedia che ogni amante della narrativa a fumetti deve assolutamente leggere.

La componente artistica è eterogenea, affidata agli esperti Pérez, Sauvage e Doran. Come nel precedente volume, gli artisti si alternano nelle diverse fasi del racconto: lo stile realistico e sintetico di Pérez e Doran rendono al meglio le fasi più intense ambientate nella redazione della webzine, come pure quelle più concitate della battaglia. Faith molto spesso si perde nel mondo dei sogni: vola, non solo con il suo campo compagno, ma con l'immaginazione; quei segmenti sono affidati alle matite cartoony della Sauvage, brava nel conferire un appeal accattivante ai momenti più scanzonati.

Poco altro da aggiungere sull'ultimo appuntamento con le avventure di questo personaggio che si è guadagnato il suo posto al sole con grande merito. C'è qualcosa di magico in queste pagine, si respira un'aria nuova e stimolante. Siamo forse vittima di un qualche superpotere segreto di Faith?

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