Fade to Silence, per sopravvivere ci vogliono le palle (di neve) - Recensione
Un survival ambientato in un mondo attanagliato dai ghiacci e attraversato da indicibili orrori: la recensione di Fade to Silence
Nerd per vocazione, pubblicista di settore per scelta. Inizio a scrivere nel 2004 di videogiochi per cambiare il mio piccolo mondo, per poi accorgermi che il gaming aveva già cambiato me. Laureato in management per l'impresa a Milano, ho fatto del pad e della penna virtuale i miei migliori amici. Sono stato contributor - e in alcuni casi senior editor - per diversi siti videoludici, per poi portare la cultura geek anche sulla stampa generalista e su alcune delle testate tech più rilevanti a livello nazionale ed internazionale. Senza dimenticare qualche scrittura in libertà su blog indipendenti, sempre focalizzati sul mondo in pixel e poligoni. "È vero, siamo tutti in vendita per un prezzo o per un altro. Ma tu sei diversa, indomita, solitaria. Tu non sei un cane, tu sei un lupo."
Il nostro compito, in Fade to Silence, è quindi quello di esplorare una terra desolata post apocalittica ricoperta dai ghiacci per raccogliere e gestire le risorse necessarie a stabilire un rifugio sicuro. Nella ricerca dei materiali per sopravvivere non mancheranno naturalmente i pericoli: i famelici Eldritch, prima di tutto, così come il freddo incessante, che ci accompagnerà nel corso della nostra intera avventura. Un obiettivo non facile, da rincorrere al fianco del protagonista Ash, un leader naturale ma tormentato, afflitto da amnesia e proiettato in questo mondo tanto ostile con la figlioletta Allie. L'improvvisato eroe dovrà vedersela con un inverno perenne, che contro di lui scatena armi come l'ipotermia e tempeste di neve, su un pianeta in cui la civiltà ha lasciato spazio ad una misteriosa forza oscura e distruttrice che sta letteralmente piegando tutti i territori sotto la sua influenza, corrompendoli in ogni forma possibile. Ash, paradossalmente, è anche l'unica speranza di ambire a un futuro migliore, essendo in qualche modo legato all'entità malvagia che affligge il mondo di gioco. Questa sua qualità gli permette di intervenire per purificare i territori corrotti, e di conferire alla produzione un carattere survival grintoso e quasi spigoloso, lasciando peraltro scelta al videogiocatore fin dall'approccio iniziale.
In Fade to Silence è infatti presente l'affascinante meccanica della morte permanente. Selezionando la difficoltà Sopravvivenza avremo a disposizione solo tre tentativi entro cui è possibile resuscitare senza perdere i progressi accumulati, dopodiché ogni conquista viene definitivamente annullata e Ash è costretto a ripartire da zero. Ci ritroveremo senza risorse, senza compagni e con un accampamento da ricostruire, per una missione che richiede impegno, fatica, e una litrata di olio di gomito. Resta comunque la possibilità di optare per la difficoltà Esplorazione, con accesso a vite infinite e risorse illimitate, ma l'esperienza autentica messa in piedi dal team di sviluppo viene restituita solo selezionando la prima opzione. Per incentivare i giocatori a puntare sulla variante Sopravvivenza, nella quale è fondamentale calcolare il rischio e il beneficio di ciascuna delle nostre azioni, Black Forest Games ha deciso di rendere le conseguenze della morte meno punitive, implementando il cosiddetto Circolo del Tormento, una funzionalità che aiuta a ridurre le avversità fronteggiate nel corso della partita ad ogni run successiva. Si otterrà così l'accesso a un albero delle abilità che darà modo di attivare alcuni vantaggi, come una vita aggiuntiva, la possibilità di conservare qualcosa dall'inventario precedente o una fornitura iniziale di risorse.
[caption id="attachment_195444" align="aligncenter" width="1920"] L'avventura è affrontabile anche in modalità cooperativa online[/caption]
Non mancano comunque le pecche, come un sistema di combattimento che scimmiotta quello dei soulslike risultando però troppo macchinoso e legnoso - e qui è un po' colpa delle animazioni - e una certa ripetitività di fondo per via di missioni poco incisive. Non brilla neppure il comparto tecnico: belli gli effetti delle tormente, ma in generale i modelli, le texture e la fisica sembrano poco curati e non all'altezza di altre produzioni del 2019, con qualche bug di troppo che ci ha costretti a riavviare più di una volta dall'ultimo caricamento. Fade to Silence è, in conclusione, un titolo che richiede alcuni sacrifici per essere goduto al meglio, soprattutto nelle battute iniziali. Un gioco che a conti fatti vuole consegnarci una grande lezione: sopravvivere non è affatto un (video)gioco!