Facciamola finita, la recensione

Nonostante il terribile titolo italiano, il tentativo di Rogen e Goldberg di portare alle estreme conseguenze la commedia egoista e ombelicale è un successo di disimpegno e demenzialità...

Critico e giornalista cinematografico


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Che qualcosa non vada come al solito in Facciamola finita è evidente dalla prima immagine in cui Seth Rogen, in attesa all'aeroporto, viene riconosciuto e chiamato con il suo vero nome da un passante. Tutti (o quasi) in questo film interpretano se stessi (o quasi).

Facciamola finita è un film sugli attori comici della generazione Apatow (più Emma Watson) interpretato da questi stessi attori, in cui ognuno si diverte a mettere in scena una versione distorta di se stesso (Michael Cera in particolare), più cinico, più bastardo, più egoista e più menefreghista di quanto sia possibile nella realtà.

I canoni insomma sono quelli della commedia bromance, le grandi amicizie tra uomini che sembrano storie d'amore (la difficoltà di rapporto tra Seth Rogen e l'amico Jay Baruchel è la partenza di tutto e i loro battibecchi sono uguali a quelli tra fidanzati), e quelli degli eterni ragazzini, multimilionari con l'atteggiamento da bambinoni mai cresciuti. Il tutto durante la fine del mondo.
 

L'idea di partenza è quella di un cortometraggio (anzi di un trailer) e si vede. Per tutta la prima parte, quando è ormai evidente la piega del film (l'apocalisse inizia durante una festa a casa di James Franco e l'inferno arriva sulla Terra), ci si chiede se il film potrà reggere il peso di una trama così esile, se davvero i 5 attori comici sopravvissuti e le loro interazioni, barricati nella casa di Franco per non essere trascinati all'inferno, reggeranno la durata del film. La risposta è, sorprendentemente, "Sì".

C'è una quantità di stupidità esibita con un'arroganza e un totale disinteresse di qualsiasi concessione ad una percezione più adulta di cosa sia un film che è un piacere innegabile da guardare. Il rifiuto di fare qualcosa di serio, l'infantilismo potente e godereccio di un film che mette gli attori a prendersi in giro in una situazione paradossale da film d'azione, piena di effetti speciali, è il genere di baracconata autoreferenziale che diverte solo chi la fa, per questo la capacità di Facciamola finita di trovare stimoli e assurdità universali stupisce in ogni momento.

 

Se vedendo Transformers si ha l'impressione di vedere Michael Bay giocare in maniera molto sofisticata con i robottoni, qui si ha l'impressione di vedere Seth Rogen e Evan Goldberg sparare cretinate in una serata con amici, ma sono cretinate così demenziali, edoniste e sincere, così divertenti e coinvolgenti da risultare contagiose, di quell'umorismo a cui la generazione-Apatow di attori ci ha abituato. Facciamola finita è così l'accumulo massimo e la celebrazione più grande di uno stile, un modo di intendere l'amicizia, un modo di vedere il cinema, il suo pubblico e il rapporto che esiste tra vita privata, professione e relazione con gli spettatori di questi attori e autori. E' un manifesto di quello che questa generazione ha cercato di fare con la commedia americana, il massimo del divertimento personale ed egoista (ma assolutamente mai egotista, anzi!), rivolto ai propri amici, con le proprie battute e i propri modi di dire, disinteressandosi di tutto quello che è più grande, impegnato o serio. La commedia ombelicale, sulla propria generazione e con i propri miti, in cui non c'è mai nessuno con più di 50 anni declinata in una versione ancora più personale, con i veri nomi.

Come spiare un pigiama party a casa di Seth Rogen finendo a ridere anche più forte delle stesse persone coinvolte.

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