F1 2018 conferma il talento dei ragazzi di Codemasters, pur non innescando nessuna rivoluzione – Recensione

La Carriera non incanta, ma il resto sì: la recensione di F1 2018

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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L’iterazione dello scorso anno, ennesimo successo di una Codemasters ormai regina quasi incontrastata delle simulazioni racing, ci aveva convinti, divertiti, in qualche modo ricondotti ai tempi felici, e ormai purtroppo lontanissimi, di F-1 World GrandPrix, indimenticabile capolavoro pubblicato su Nintendo 64 nel 1998.

L’obiettivo di quest’anno, del nuovo F1 2018, consisteva nel riconfermarsi, migliorando il più possibile l’esperienza offerta dalla modalità Carriera, da sempre punto dolente e controverso per i giochi di questo genere.

[caption id="attachment_189489" align="aligncenter" width="1000"]F1 2018 screenshot Il livello di dettaglio grafico raggiunto è davvero ragguardevole. Tecnicamente è davvero difficile trovare qualcosa che non funzioni.[/caption]

L’elemento strategico chiamato in causa a questo proposito, utile sopratutto per sopperire agli evidenti limiti di un gameplay che deve pur sempre essere totalmente concentrato ed incentrato sul sistema di guida, riguarda l’innesto di tutta una serie di meccaniche di stampo ruolistico, utili non solo a rendere sempre più veloce la monoposto che dovrebbe aiutarvi a vincere il titolo iridato, ma anche a costruire la reputazione, lo status, la leggenda del pilota a cui darete un volto e una (breve) storia biografica nell’editor che vi accoglierà al primo avvio del software.

Le note dolenti, di una modalità certamente più convincente, ma non abbastanza, iniziano proprio qui. Volti preselezionati, solo una manciata di caschi a disposizione, nessuna possibilità di crearsi un proprio stile di guida tramite statistiche, punti di forza o altri parametri. Nome, numero preferito, nazionalità, davvero poco altro. Nel giro di un paio di minuti ci si ritrova nel motorhome del team prescelto, con la netta sensazione di aver appena dato i natali all’ennesimo avatar senza vita.

Anche la scelta della squadra è un’operazione tutt’altro che coinvolgente. Sarete voi a sceglierla, lasciandovi guidare, oltre che dal tifo personale, dagli obiettivi stagionali imposti da ogni team. Se con la Ferrari dovrete per forza di cose giocarvi il Mondiale, alla Toro Rosso preferiscono i giovani piloti emergenti, magari più interessati allo spettacolo, che a mantenere una sana collaborazione con il proprio compagno di squadra.

Tra una competizione e l’altra, difatti, potrete rilasciare alcune dichiarazioni alla stampa che potrebbero alterare il rapporto con i membri del team, con il rivale e gli altri piloti. Anche queste sezioni, purtroppo, mostrano il fianco a qualche criticità, visto che le domande che vi rivolgerà la giornalista non sono sempre in linea con l’andamento del campionato e dei singoli Gran Premi."Il vero power-up rispetto al prequel è nel motore fisico che gestisce l’usura delle gomme"

La vita del proprio pilota lontano dalle corse, insomma, se sulla carta è gestita da alcuni parametri che salgono o scendono in base ai risultati ottenuti, alle risposte date alla stampa e alle aspettative del team per cui si corre, in realtà procede piuttosto arbitrariamente, quando non incanalata in un sentiero prefissato che conosce ben poche svolte e variazioni sul tema.

Fortunatamente, le cose vanno molto meglio quando le ambizioni ruolistiche si rivolgono allo sviluppo della monoposto. Ottenendo buoni piazzamenti e spendendo in modo razionale i punti acquisiti si possono ottenere ottimi sviluppi in tutte le parti che compongono la macchina. L’evoluzione, tuttavia, non deve tenere conto unicamente della stagione in corso. I cambiamenti del regolamento, che intercorrono tra un campionato e l’altro, possono vanificare totalmente il proprio approccio allo sviluppo delle prestazioni. Si tratta quindi di una variabile da tenere sempre in considerazione, che approfondisce enormemente questo ambito di gameplay.

Dove la produzione Codemasters lascia poco adito a critiche di qualsiasi tipo, tuttavia, è in pista, oltre che nel soddisfacente numero di modalità proposte.

[caption id="attachment_189491" align="aligncenter" width="1000"]F1 2018 screenshot Online non è difficile trovare sfidanti. Inoltre il netcode è piuttosto stabile.[/caption]

Come le iterazioni passate, F1 2018 evita gli estremi e propone un sistema di guida piuttosto malleabile, adattabile ad una moltitudine di approcci e gusti personali. Non è Forza Horizon, non è Assetto Corsa, ma giocando con le opzioni, attivando o disattivando i vari aiuti alla guida, si può avere a che fare con un gioco di corse più permissivo, o con un’esperienza che non perdona nessun tipo di errore, né distrazione.

Il vero power-up rispetto al prequel è nel motore fisico che gestisce l’usura delle gomme , nonché il comportamento della monoposto in base alla tipologia di mescola utilizzata. Come nella realtà, vittorie ed insuccessi sono profondamente legati alla strategia delle gomme da utilizzare nell’intero week-end del Gran Premio. Anche da questo punto di vista, F1 2018 si rivela un gioco assolutamente simulativo, profondo, coinvolgente, soprattutto quando un problema meccanico o la variazione delle condizioni meteo vi costringeranno ad un repentino cambio di tattica.

Deludono, ma solo in parte, i danni alle macchine. Sebbene qualsiasi pezzo della monoposto può rompersi, i modelli poligonali subiranno ben poche modifiche, anche nei casi di un incidente a velocità sostenuta.

Come già anticipato, anche sul fronte quantitativo siamo di fronte ad un gioco assolutamente convincente. Oltre alla Carriera potrete intrattenervi con il singolo Gran Premio, con il Campionato, con l’immancabile time attack, il multiplayer, che online non soffre di particolari problematiche, e con gli eventi, che non solo vi permetteranno di mettere le mani su monoposto del passato, ognuna diversa da guidare ovviamente, ma che vi proporranno sfide e obiettivi che ripercorrono le fasi più concitate ed emozionanti del campionato tutt’ora in corso.

Graficamente siamo di fronte ad un autentico spettacolo non solo perché i modelli poligonali delle vetture sono estremamente dettagliati o perché le piste sono perfettamente riproposte, ma anche grazie al granitico frame-rate che non perde mai un colpo.

F1 2018 è una strepitosa simulazione, ideale sia per gli utenti più navigati, sia per i neofiti che, grazie ai molti aiuti attivabili, potranno godersi un’esperienza accondiscendente e divertente. Purtroppo, la modalità Carriera, che avrebbe dovuto essere l’upgrade più impattante rispetto alle altre iterazioni del brand, non ci ha convinti come sperato. L’introduzione di meccaniche ruolistiche, se ha dato qualche buon risultato sul fronte della messa a punto della macchina, nella gestione della vita del pilota fuori dal circuito non è assolutamente convincente, per non dire controversa.

[caption id="attachment_189490" align="aligncenter" width="1000"]F1 2018 screenshot Se pensate che l’eccessiva elettronica delle monoposto attuali, oltre all’odiato turbo, abbia portato via parte del divertimento, provate a mettervi al volante di una vecchia, furiosa e bizzosa, vettura del passato.[/caption]

Ciononostante, siamo di fronte ad un grande racing game, l’ennesimo upgrade di un brand solidissimo, convincente, sempre più profondo e a suo agio nel riproporre in forma digitale i meccanismi e le strategie che si sviluppano in un qualsiasi Gran Premio.

Inutile sottolineare che se siete fan di questo sport, non avete alcun motivo al mondo per lasciarvi scappare F1 2018. Le novità rispetto al capitolo precedente, tuttavia, sono poche, né la modalità Carriera rappresenta una feature sufficientemente sviluppata e attraente per giustificare, da sola, l’acquisto dell’ennesima iterazione. Ennesima iterazione che tuttavia, è bene specificarlo, è migliorata sotto ogni ambito.

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