Extremity, la recensione
Abbiamo recensito per voi i due volumi di Extremity, la serie di Daniel Warren Johnson e Mike Spicer
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Ci saranno giorni in futuro, figlia mia, in cui metterai in dubbio tutto quello che sei.
Veniamo catapultati in un futuro non troppo lontano in cui la Terra è stata stravolta da mutazioni morfologiche che hanno generato le cosiddette pianure fluttuanti. Tra la popolazione superstite che vive in queste cattedrali sospese nel vuoto troviamo due famiglie in perenne rivalità: i Paznina, guidati dalla spietata Regina Nim, e i Roto, capitanati dall’Abba Jerome. Con lo sviluppo tecnologico e bellico (probabile causa di questo scenario) è coincisa una regressione culturale e sociale, che di fatto ha riportato in vigore la legge del taglione. Occhio per occhio, dente per dente: questo è l’unico imperativo a cui rispondere.
Partendo da questo drammatico evento, Johnson imbastisce un’avvincente epopea fantascientifica in cui il cammino della ragazza – alla ricerca di un senso alla propria esistenza mentre tenta di sopravvivere – incrocia inevitabilmente il destino di due clan votati alla guerra. A seguito della perdita della mano, e dopo aver affascinato per anni la gente con la sua sublime arte, la Nostra ha visto la sua anima inaridirsi progressivamente, e ora, divenuta una spietata guerriera, vuole solo mettere a tacere i demoni interiori che la tormentano.
SaldaPress ha portato in Italia la fantastica opera del fumettista statunitense raccogliendo i dodici numeri di cui si compone in due volumi: sia L’artista che Guerriera sono caratterizzati da inseguimenti a bordo di creature fantastiche, battaglie e atmosfere similari in cui la brutalità delle scene di guerra si alterna a toni intimisti. Non mancano acute riflessioni e dialoghi toccanti su argomenti come il perdono, la vendetta e la diversità; inoltre, facendo proprie tematiche care alla narrativa Young Adult quali la crescita, il rapporto con i familiari e l’accettazione di sé, Johnson caratterizza in maniera funzionale e riuscita i suoi personaggi, attori di un racconto estremamente appassionante.
Senza scadere mai nel banale o nel mellifluo, l’autore crea il giusto pathos attorno a una sequenza di eventi gestiti con tempi narrativi perfetti, portati in scena da protagonisti travagliati e dotati di forte magnetismo. La tragicità dei colpi di scena crea il giusto climax, sublimato nel finale da tavole di assoluto valore; aspetto, quest’ultimo, che non va assolutamente trascurato.
L’ottimo risultato raggiunto da Johnson, infatti, è reso tale anche dall’eccellente lavoro svolto al tavolo da disegno; dalle sue matite nasce un universo narrativo in cui l’accuratezza degli scenari post-apocalittici fa il paio con la grande espressività dei primi piani. Nei due volumi di Extremity passiamo senza soluzione di continuità da tavole dense di vignette a splash page di notevole impatto, tutte contraddistinte da grande dinamismo e spettacolarità.
Le colorazioni di Mike Spicer completano in maniera precisa e puntuale una serie che, inaspettata come un temporale estivo, travolge ogni remora e si impone grazie al grande valore artistico e all’intensità di una vicenda incredibilmente straziante.
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