Ex Machina, la recensione
Tre attori in un ambiente futuristico a noi vicino, con questi mezzi Ex Machina stabilisce un nuovo tema per la fantascienza: cosa fare con l'informazione
Fin qui tutto normale, la parte interessante sta nel fatto che il grande scienziato è in realtà tale perchè ha creato un motore di ricerca rivoluzionario e da quello ha costruito un impero economico di tecnologia che ora è ovunque (computer, telefoni cellulari...). Insomma è Google e la sua IA quello cui si basa: è intelligente perchè apprende da internet, attinge alle informazioni della rete e scopre quel che le serve sapere grazie all'accesso instantaneo a internet e ai database privati dei clienti della società (che ovviamente spia tutti, nei film ormai è un dato di fatto che siamo spiati sempre e in ogni momento). L'intelligenza artificiale di Ex Machina è quindi un'intelligenza collettiva messa in una sola persona. Siamo sempre noi, le nostre informazioni inserite in un corpo di sintesi (un robot), organizzato per sinapsi.
Abbiamo notato tutti come nella fantascienza moderna il ruolo che una volta era quello degli umani (paladini del bene, rappresentanti dei veri valori, esponenti della parte più "umana" e sentimentale del film) sia appaltato invece ai robot, sono loro la parte emotiva dei film, e Ex Machina sembra non far eccezione sia da un lato che dall'altro. I robot sono vittime e carnefici di un mondo ristretto e mentre per loro si prova sia pena che esaltazione, per gli umani (evidentemente anche loro sia vittime che carnefici) si prova disprezzo. Alla fine Garland ha girato uno spaventoso film dalla parte dei diritti delle macchine, più umane di noi umani.
Tre attori rispondono a tutto: Domhnall Gleeson, Alicia Vikander e il bravissimo Oscar Isaac, enigmatico, respingente e in certi momenti improvvisamente comico. Detta lui i tempi di questo film, decide lui quando tutto precipita o quando si può ricominciare a sperare, il suo magnate della tecnologia dai piedi scalzi, che si tiene in forma la mattina e si ubriaca fino allo stordimento la notte, è pazzesco. Se arriviamo a temere per gli androidi o a temere gli androidi è perchè c'è lui a dominarli, perchè il loro specchio e il loro confronto è con lui.