Evil Dead: The Game, sangue, azione e tanto divertimento | Recensione
Evil Dead: The Game è stata una vera sorpresa. Un titolo appassionante e un must have per tutti gli amanti del franchise ideato da Sam Raimi
Con un successo del genere dal quale attingere, il mercato videoludico non è certo rimasto a guardare. Negli anni, infatti, sono usciti diversi videogiochi a tema Evil Dead, incapaci però di lasciare il segno come la controparte cinematografica. I ragazzi di Saber Interactive hanno quindi deciso di raccogliere la sfida, dando vita a Evil Dead: The Game, un multiplayer asimmetrico in stile Dead by Daylight o Evolve. Una scelta senza dubbio bizzarra, visto il materiale narrativo dal quale pescare. Non c’è dubbio che sarebbe stato più “semplice” dare vita a un titolo single player, piuttosto che rischiare di immettere sugli scaffali un titolo che, in caso di flop, potrebbe rischiare di venire dimenticato nel giro di una settimana.
QUATTRO CONTRO UNO
Come già accennato, Evil Dead: The Game è un titolo multiplayer, dove ci troveremo a interpretare un gruppo di sopravvissuti o il Demone intento a cacciarli. La prima caratteristica che balza all’occhio è la varietà di approcci alla medesima meccanica. Il giocatore potrà giocare con altri tre esseri umani contro un quarto utente, ma sarà possibile affrontare anche un avversario guidato dall’IA. Al di là della modalità dove si interpreta “il Male”, i dev hanno anche pensato alla possibilità di affrontare l’avventura totalmente in single player, con tutti gli altri elementi di gioco guidati dall’intelligenza artificiale. Una volta scelto in che modo vivere l’esperienza di Evil Dead, ha quindi inizio il divertimento.
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Dall’altro lato del ring troviamo le tre versioni del Demone Kandariano, suddivise in altrettanti classi: Necromancer, Puppeteer e Warlord. A capo di queste armate troveremo tre personaggi ben noti ai fan, ovvero Evil Ash (direttamente dall’Armata delle Tenebre), Eligos ed Henrietta. Anche in questo caso, ogni avversario ha caratteristiche totalmente differenti, necessarie per fermare l’avanzata dei nostri eroi.
Piccola nota a piè di pagina: i dev hanno pensato anche a una “modalità campagna” dove affrontare delle missioni unite tra loro da sequenze in motion comic. Nulla di particolarmente esaltante, ma un “di più” in grado di aggiungere qualche ora alla longevità totale.
UN RITUALE INFINITO
Una volta scelto da che parte stare, il gioco ha quindi inizio. Entro trenta minuti, i sopravvissuti dovranno trovare tre frammenti di una mappa per conoscere la posizione delle pagine perdute nel Necronomicon Ex-Mortis e del Pugnale Kandariano. Per ottenere questi due oggetti dovranno quindi resistere a orde di creature, correndo poi verso la zona finale del campo di battaglia per affrontare gli Oscuri. Il tutto mentre esplorano una (vasta) mappa di gioco per raccogliere armi sempre più potenti con le quali combattere il Male.
Il Demone avrà come scopo quello di sabotare le azioni dei sopravvissuti. Questo potrà essere fatto evocando sgherri, possedendoli e combattendo in prima persona nel corpo dei non morti, piazzando trappole e spaventando continuamente i giocatori. Ogni personaggio ha infatti una barra della paura, che salirà man mano che accadranno eventi paranormali. Una volta superata la soglia critica, l’eroe in questione sarà visibile sulla mappa e potrebbe cadere preda del Demone, che avrà l’opportunità di possederlo per farlo combattere contro i propri amici.
La chiave di tutto per sopravvivere, quindi, rimane la collaborazione. Avventurarsi da soli nel bosco può far salire la paura e portare rapidamente alla morte. Muoversi in gruppo, al contrario, permette di avanzare abbastanza rapidamente. Dal punto di vista del Male, invece, tentare di rompere il gruppo è senza dubbio una delle azioni più consigliate. Scegliere se farlo tramite i semplici nemici, un auto o un albero posseduti o attraverso trappole ben piazzate, però, lo lasciamo decidere a voi.
Non lo nascondiamo: il gameplay di Evil Dead: The Game non è certo vario, ma è dannatamente divertente. Il sistema di combattimento può apparire inizialmente legnoso, ma riesce a trasmettere un ottimo feedback dei colpi, soprattutto durante le violentissime mosse finali. Nonostante la dinamica di gioco possa sembrare troppo ripetitiva, le situazioni che accadono in partita coinvolgono a tal punto da non allontanare lo spettro della noia. Considerando che prossimamente verranno introdotte nuove feature, possiamo dirci momentaneamente molto soddisfatti del risultato di Saber Interactive.
GROOVY
Da un punto di vista estetico, Evil Dead: The Game è un piccolo gioiello. I modelli poligonali dei personaggi richiamano perfettamente quelli del film e della serie TV, mentre gli ambienti di gioco trasmettono perfettamente l’atmosfera delle opere originali. A questo si aggiunge un lavoro superbo di concept art, possibile anche grazie agli sforzi di alcuni autori italiani come Lapo Roccella e Giulia Sartore. Impeccabile anche la colonna sonora, che vanta il doppiaggio degli attori originali e una soundtrack ben dosata. Perfetta per evidenziare i momenti topici, ma mai troppo invasiva.
Segnaliamo, infine, la presenza dei sottotitoli in italiano e la totale assenza di microtransazioni, due elementi che rendono il gioco perfettamente godibile da chiunque.
Evil Dead: The Game non è certo un titolo perfetto. Coloro che non sono fan del franchise probabilmente potrebbero trovare il titolo di Saber Interactive noioso dopo poche ore. Per un fan de La casa, invece, questo gioco è semplicemente un must have. Un enorme e sapiente omaggio a un franchise immortale ha fatto la storia del cinema. Nonostante la complessità nell’affermarsi all’interno del mercato dei multiplayer asimmetrici, Evil Dead potrebbe seriamente avere tutte le carte in regola per riuscirci. Se ce la farà o meno dipende dai DLC in arrivo nei prossimi mesi e dal feedback del pubblico. Il nostro consiglio è di non sottovalutare assolutamente questo titolo. Potrebbe farvi passare ore di sano divertimento in compagnia dei vostri amici, affettando non morti e cercando di non venir uccisi (o peggio, posseduti) da un Demone Kandariano.