Ettore e Fernanda, la recensione

Ettore e Fernanda è una vibrante protesta contro il sonno della ragione e un invito ai giovani a contrastare ogni fascismo

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Ci sono autori che legano indissolubilmente la propria arte a una determinata città. Se nel mondo del Cinema potremmo fare l’esempio di Woody Allen e New York, nel Fumetto italiano spicca il rapporto tra Paolo Bacilieri e Milano, città al centro anche della nuova graphic novel Ettore e Fernanda.

Edita da Coconino Press, l'opera è imperniata sulle figure di Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca di Brera, e Fernanda Wittgens, sua collaboratrice e direttrice della galleria nel 1940.

La storia prende il via nel 1929, l'anno cruciale in cui i due si incontrano e lei viene assunta come assistente. Modigliani decide di realizzare una mostra d'Arte italiana alla Burlinghton House di Londra, trasportando alcuni capolavori nostrani sul piroscafo Leonardo da Vinci. Con questa decisione si apre il sentito racconto che ripercorre la relazione tra i due, passo dopo passo.

Ettore e Fernanda, anteprima 01

A seguito del successo dell’iniziativa, Ettore deve però confrontarsi con l'ottusità dei gerarchi fascisti, conoscere l’onta del declassamento e nascondersi nelle campagne abbruzzesi per scampare ai rastrellamenti razziali, in quanto ebreo. In questa lotta per la sopravvivenza, il rapporto con la Wittgens rappresenta un’ancora di salvataggio, l’estremo tentativo di non veder disperso il lavoro di una vita.

"Una vicenda umana che non può e non deve essere dimenticata."Se in Tramezzino Bacilieri ci accompagnava in un viaggio alla scoperta tra le bellezze della Milano del secondo dopoguerra esaltandone le architetture brutaliste, in Ettore e Fernanda torna indietro di qualche decennio per raccontarci una vicenda umana che non può e non deve essere dimenticata.

Daddo e Skilla, i protagonisti della sua precedente opera, ci mostravano una passione vacua, effimera, mentre Ettore e Fernanda, su queste pagine, incarnano un’idea di amore viscerale, talmente radicata da portarli a rischiare la propria vita.

Animati da una profonda passione nei confronti dell’Arte, questi spiriti affini si impegnano a perpetuare l’idea illuminista di museo: non solo una raccolta di tele e sculture ma un luogo in cui educare l'umana gente per non tradire la memoria di chi li ha preceduti.

Ettore e Fernanda, anteprima 02

In anni bui come questi, in cui il pressapochismo regna incontrastato, un fumetto come quello di Bacilieri rappresenta un grido, volto a svegliare le menti e i cuori di tutti gli Ettore e i Fernanda: una vibrante protesta contro il sonno della ragione che invita i più giovani a contrastare ogni forma di fascismo o dittatura del pensiero. Nel tratteggiare le personalità di queste due figure esemplari, l’autore di Fun evidenzia la loro imperturbabile volontà, la bontà d'animo e la determinazione che ne scandisce ogni gesto.

Ancora una volta, Bacilieri cambia registro nel portare avanti il suo originale percorso artistico: Ettore e Fernanda si sviluppa in orizzontale, con illustrazioni a tutta pagina su cui si inseriscono poche vignette, alcune delle quali presentano le riproduzioni delle opere di grandi artisti come Raffaello, Botticelli o Piero della Francesca.

Le tavole sono ricche di dettagli, attente a catturare i tanti particolari – scenografici e umani – della vicenda. Da artista irrequieto qual è, Bacilieri sperimenta, adotta soluzioni che ci portano indietro nel tempo (come quando ricalca la prima pagina di un quotidiano degli anni ’30).

Con il suo personalissimo approccio, l’autore di origine scaligera ci regala la biografia di due storici personaggi la cui lezione suona quanto mai attuale:

Sarebbe troppo bello essere intellettuali in tempi pacifici e diventare codardi o peggio “neutri” quando c’è pericolo.

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