Espiazione

Inghilterra, 1935. La fantasia di una tredicenne provoca l’incriminazione di un innocente e cambia la vita di una famiglia per sempre. Dal romanzo di Ian McEwan, un solido e commovente film inglese, che ritroveremo sicuramente agli Oscar

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloEspiazione (Atonement)
RegiaJoe Wright
CastKeira Knightley, James McAvoy, Soairse Ronan
Uscita21 settembre

Premessa, non ero stato entusiasta di Orgoglio e pregiudizio, l’acclamata pellicola che ha visto esordire alla regia Joe Wright e ha consentito a Keira Knightley di ottenere una candidatura agli oscar. Mi era sembrata una leziosa (anche se ben fatta, per carità) trasposizione del solito classico inglese e francamente faticavo a capire l’entusiasmo dell’epoca.
Per questo motivo, ero molto scettico sulle voci dai Festival di Venezia e Toronto, che parlavano di questo film come di un quasi capolavoro. Invece, ho dovuto ricredermi.
Espiazione (titolo che è perfetto per la storia, ma che temo provocherà qualche problema al botteghino italiano) è una solidissima trasposizione dell’omonimo romanzo di Ian McEwan, in cui è francamente difficile trovare qualche elemento fuori posto. Paradossalmente, proprio il tanto celebrato piano sequenza sul campo di battaglia, benché un tour de force spettacolare e tecnicamente ammirevole, forse risulta un po’ troppo fine a se stesso.
Di sicuro, Joe Wright mostra una maturità di mezzi espressivi decisamente sorprendente, in cui l’utilizzo frammentato del tempo e una fotografia perennemente diversa risultano quasi sempre utili al racconto senza stonare. E’ anche l’ottima colonna sonora (opera del nostro Dario Marianelli), in cui la macchina da scrivere diventa uno strumento musicale, non fa che rafforzare il tono drammatico ed inquietante della pellicola. Di sicuro, siamo di fronte ad un regista che sa perfettamente come tirare fuori il meglio dai suoi interpreti.Basti pensare a Keira Knightley, qui veramente alla sua prima prova totalmente convincente, nei panni di un personaggio non semplice da interpretare e che presentava diversi rischi. Al suo fianco, un ottimo James McAvoy, che, dopo L’ultimo re di Scozia, dimostra di essere uno dei maggiori talenti britannici e che mette in mostra fragilità e orgoglio in ugual misura. E che dire di Saoirse Ronan, che interpreta la giovane tredicenne che dà il via a tutta la vicenda? Semplicemente grandiosa, con quel sorriso inquietante e minaccioso.

Ma chi sconvolge veramente (anche perché è presente nei momenti più drammatici del film) è Vanessa Redgrave, la cui candidatura agli Oscar per questo film è una delle poche sicurezze che si possono avere nella vita. La sua prova è drammaticamente perfetta, tanto che viene da chiedersi se la statuetta come miglior non protagonista non sia già stata assegnata con sei mesi di anticipo. Nel caso, credo che sarebbe l’interpretazione più breve a farcela (considerando che compare decisamente meno in scena degli otto minuti di Judi Dench in Shakespeare in Love, anche se la sua voce si sente anche in altri momenti). Ma certe cose, come dimostra Espiazione, non possono essere misurate in minuti o decenni...

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