Ennio, la recensione | Venezia 78

Giuseppe Tornatore firma con il documentario Ennio il ritratto emozionante e di un artista e di un uomo che ha cambiato il mondo della musica

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Ennio, la recensione

Realizzare un documentario su un artista è quasi sempre un progetto non privo di insidie, ma Giuseppe Tornatore con Ennio è riuscito nella difficile impresa di ripercorrere la vita e la carriera di Ennio Morricone svelandone il lato umano meno conosciuto e regalando un viaggio incredibilmente emozionante e approfondito nel processo creativo che ha regalato al mondo innumerevoli brani memorabili.
Il progetto si avvale di numerose testimonianze di chi ha lavorato con lui, come Gianni Morandi e registi del calibro di Roland Joffè e Quentin Tarantino, e di "semplici" fan celebri, con interventi pieni di affetto e ammirazione anche da parte di star di fama mondiale che comprendono Bruce Springsteen e Clint Eastwood, ma soprattutto delle dichiarazioni dello stesso Maestro che aveva spiegato davanti alla telecamera, con ironia e molta semplicità, come sono nate canzoni che hanno segnato la storia della musica italiana, da In Ginocchio da Te ad Abbronzatissima, e le colonne sonore più amate degli ultimi decenni, iniziando però dal suo rapporto con il padre, che lo ha spinto a intraprendere una carriera nella musica e gli studi seguendo le orme di Goffredo Petrassi, senza nemmeno dimenticare il legame indissolubile con la sua amata moglie Maria.

Il documentario racconta le difficoltà economiche, gli ostacoli affrontati nel suo percorso di studi e i primi incarichi in televisione e come arrangiatore tra le fila dell'RCA, fino al suo debutto nel mondo del cinema, attività che non è stata accolta in modo particolarmente positivo dal suo mentore, seguendo poi la progressiva maturazione artistica che l'ha portato a ritagliarsi un posto tra gli artisti più amati di sempre, seppur non diventando uno dei più premiati.
Il progetto diretto da Tornatore, che con Morricone ha avuto un lungo rapporto all'insegna della collaborazione e dell'amicizia, riesce nell'impresa di rendere comprensibili anche ai non esperti le spiegazioni sulla genesi dei brani di Morricone svelandone la struttura, le fonti di ispirazione, gli strumenti utilizzati e la costruzione della partitura senza mai risultare didascalico e trascinando lo spettatore in un mondo musicale ricco di suggestioni che ha attinto a piene mani all'incredibile cultura e alla preparazione dell'artista.

L'onestà e l'irriverenza di Morricone emergono in modo evidente nelle dichiarazioni rilasciate a Tornatore in cui si affronta senza filtri anche il senso di colpa vissuto dal Maestro provato nel lavorare per i film e il peso della mancata approvazione da parte della sua guida e mentore Petrassi, dando spazio anche all'incomprensibile mancata vittoria agli Oscar per molti anni, nonostante avesse firmato alcune delle colonne sonore destinate a modificare totalmente il settore e gettare le basi per un approccio nuovo al lavoro compiuto in collaborazione con i registi.
La bravura di Tornatore e dei montatori Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci riesce a rendere la visione scorrevole, emozionante e coinvolgente, non facendo pesare in nessun modo la durata di quasi tre ore che contraddistingue il progetto.
Impossibile non commuoversi quando Ennio Morricone ammette le proprie insicurezze e i momenti difficili, proposti comunque con grande sensibilità, divertirsi con gli aneddoti legati alle bocciature che ha riservato ad alcune delle sue composizioni più conosciute e amate, o indignarsi quando viene ricordato il modo in cui il suo memorabile lavoro venisse sottovalutato a livello artistico, rimanendo poi conquistati dalle rivelazioni riguardanti le origini di elementi originali utilizzati in musica come l'urlo del coyote o i suoni di bidoni di latta.

Il documentario Ennio è un ritratto realizzato in modo impeccabile trovando l'equilibrio tra la rappresentazione della dimensione artistica e quella umana di un uomo che ha vissuto e amato la musica in modo totalizzante e assoluto, dando spazio alla musica che prendeva forma nella sua mente prima ancora che sul foglio di uno spartito, ricordando e celebrando il talento cristallino di Ennio Morricone e l'eredità che ha lasciato al mondo della musica e alla società.

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