Ender's Game, la recensione

Tratto dal bestseller fantascientifico di Orson Scott Card, Ender's Game è una delle più sorprendenti avventure di fantascienza dell'annata...

Critico e giornalista cinematografico


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C'è voluto più di un decennio per portare al cinema Ender's Game, romanzo di fantascienza del 1984 che racconta le origini del personaggio dell'omonima saga.

Sebbene spesso l'operazione compiuta riducendo simili romanzi per il grande schermo sia di asciugarli e privarli delle loro asperità (per quanto poi siano queste che li hanno resi noti e amati), in questo caso Gavin Hood ha limitato quanto più possibile la consuetudine per rendere il dissidio centrale di tutta la storia, ovvero la lotta interna ad un bambino tra l'istinto di compassione e quello di violenza, fomentato da una società (ovvero dagli adulti) che a lui chiedono solo il massimo dello spietato cinismo assassino e lo ricompensano per questo.

Il contesto è un futuro avanzato in cui la Terra, attaccata da una razza aliena di formiche (come sempre nel cinema contemporaneo più il nemico è mostruoso, repellente e visivamente respingente, più lo scopo è quello di generare un odio irrazionale che lungo il film va superato), si è armata per combattere una guerra spaziale. Le reclute scelte sono i bambini poichè dotati di una capacità di processare informazioni complesse superiore agli adulti. Ender in particolare viene selezionato per le sue spiccate doti strategiche e accede al massacrante allenamento della scuola ufficiali che lo porterà a brevissimo in guerra. E' quindi una storia americana al 100% (Gavin Hood, che ha adattato il libro oltre che dirigere il film, è sudafricano).

Il cuore di Ender's Game sta tutto in quest'allenamento e nella maniera in cui il bambino prodigio, lo stratega che tutti sperano possa essere a livello di Napoleone o Giulio Cesare in modo da porre fine alla guerra con i formiconi, viene sballottato e condizionato da un ambiente che vuole indirizzarne le azioni. E' quindi uno scontro di intelligenze in cui da una parte c'è il più brillante degli individui, dall'altra la macchina sociale e governativa.

A prescindere da qualsiasi paragone con il libro il film di Ender's Game è un'opera di fantascienza tra le meno concilianti tra quelle viste in questi ultimi anni, capace di spingere sul lato più infame dell'umanità e di rappresentare l'educazione alla violenza, al limite del lavaggio del cervello, su un bambino, fino alle sue conseguenze finali. Non c'è efferatezza ovviamente, nè c'è il crudo senso della morte (che è solo annunciata fuoricampo), ma l'isolamento, l'odio, il rancore e la malevolenza ci sono tutte, in una maniera non eccessivamente diversa quanto a senso di frustrazione e impotenza dal modo in cui gli adolescenti sono costretti ad essere violenti gli uni con gli altri in Hunger Games.

 
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