Empire 2x12, "A Rose by Any Other Name": la recensione
Col nuovo episodio, Empire sembra tornare agli antichi splendori, costruendo una climax drammatica focalizzata solo sulle storyline principali
I protagonisti di Empire torreggiano nuovamente nella loro ineluttabile solitudine, sia essa figlia dello stigma sessuale - come succede a Jamal (Jussie Smollett) - della perdita di un sogno familiare a lungo covato nella speranza della redenzione - è quel che sta vivendo Andre (Trai Byers) - o della presa di coscienza dell'isolamento che il ruolo di capo può determinare - questa la situazione del giovane Hakeem (Bryshere Y. Gray).
Se la linea narrativa legata ad Andre e Rhonda (Kaitlin Doubleday) sembra, a oggi, la più distante dalle vicende interne alla major discografica e, tuttavia, quella più psicologicamente accattivante, anche la parabola negativa di Hakeem sta conoscendo un'improvvisa quanto avvincente coerenza drammatica, mettendo il giovane di fronte alle prime scelte che la sua posizione - praticamente autoimposta - prevede: la manipolazione feroce dell'ex Camilla, la messa da parte della sfera sentimentale, rappresentata dalla pur amata fidanzata Laura (Jamila Velazquez). Staremo a vedere come il giovane leoncino affronterà la notizia della dipartita della sua antica fiamma, sempre che gli autori non ci stiano riservando qualche sorpresa.
A parte ciò, bisogna quindi chinare il capo dinnanzi a quello che è, finora, il miglior episodio di questa stagione di Empire, in grado di focalizzarsi finalmente sugli elementi principali della trama senza rinunciare al proprio gusto per l'eccesso. Quella dei Lyon non è una storia per palati delicati, si sa: ma anche i sapori forti possono essere molto gradevoli, se mescolati con la sapienza dei grandi narratori.