Emilia Perez, la recensione I Cannes 77
Le traiettorie del cinema di Audiard, nella forma inedita di commedia musicale, in Emilia Perez diventano veicolo per un'appassionante storia di rivalsa
La nostra recensione di Emila Perez, nuovo film di Jacques Audiard presentato in concorso al Festival di Cannes 2024
La questione dell'identità di genere, già presente nel precedente Les Olympiades viene messa in scena attraverso il musical e la commedia, che stempera a sorpresa l'elemento crime. La prima dimensione è perfettamente in linea con la poetica del regista, spesso correlata al ballo e alla musica elettronica, mentre in Emilia Perez sono gli stessi personaggi a lanciarsi in performance canore con testi significativi, mentre chi gli sta attorno fa da coreografia. La seconda, invece, caratterizzava già I fratelli Sisters, ma qui è una forma completamente diversa. Per poter effettuare l'operazione, il protagonista deve abbandonare la moglie (Selena Gomez) e i figli in Svizzera, facendogli credere di essere morto. Anni dopo, ricontatta Rita desideroso di riabbracciare la propria famiglia, presentandosi come una zia, Emilia Perez appunto, e andando a vivere con loro. La situazione che si crea dà adito dunque a equivoci e fraintendimenti, una sorta di Mrs. Doubtfire dove però stavolta il cambio di sesso è reale. Ne emerge un racconto per lunghi tratti tenero e solare, tra momenti intimi coi bambini e domande scomode, che contrasta con la durezza tipica del regista. Seguirà un'attività di redenzione dell'ex boss, in aiuto a chi è stato vittima della malavita. Anche in questo frangente non viene meno il tocco leggero, fino a uno showdown finale più drammatico ma non disperato.