Elysium, la recensione

Era atteso al varco del suo secondo film Neill Blomkamp. Elysium non riesce tuttavia a far intravedere le doti eccezionali messe in luce da District 9...

Critico e giornalista cinematografico


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Assieme a quello di Duncan Jones forse l'esordio di Neill Blomkamp è il più clamoroso e potente che la fantascienza abbia visto negli ultimi 10 anni. Il suo District 9, partito da un corto messo su YouTube e poi gonfiato a film, ha portato in tutti i cinema una visione diversa del genere, una in cui la metafora che sta dietro alla presenza degli alieni sia esplicita, chiara e diretta e in cui il pubblico si senta parte degli aguzzini più che delle vittime.

Con il suo primo film Blomkamp si è insomma dimostrato un cineasta spietato, intelligente e capace di manipolare i sentimenti più lievi attraverso splendide idee di messa in scena.

Per tutti questi motivi Elysium è una delusione, perchè nonostante sia un buon film di fantascienza, dotato di tutte le tematiche, i topos e le svolte del genere, e nonostante sia anche girato con la proprietà di linguaggio filmico che riconosciamo all'autore, manca totalmente di personalità, manca di quella scintilla di diversità che aveva colpito il mondo in District 9.

In Elysium l'umanità è divisa in ricchissimi e poverissimi (tipico espediente da fantascienza, abusato in tantissimi casi) e con metafora abbastanza nota i primi vivono sopra i secondi (già lo facevano in Metropolis). Un operaio maltrattato che appartiene alla seconda categoria è il protagonista, un uomo che fin da piccolo sognava di andare assieme ai ricchi nella stazione orbitante Elysium ma che ha condotto una vita di criminalità e lavoro in fabbrica, almeno fino a un incidente che ne compromette forse la vita e gli impone di rivedere le priorità.

Che al timone di tutto ci sia Neil Blomkamp lo si capisce dalle scene girate nei sobborghi poveri, dal gretto realismo, quella vicinanza agli ultimi e quella determinazione nel mettere in scena, lo sporco, il polveroso e il derelitto senza sconti e senza dare mani di lucido che già vedevamo nella baraccopoli del distretto 9. Per il resto però Blomkamp è irriconoscibile, gira le scene d'azione abbastanza male, montandole in maniera confusa e con poca drammaturgia interna, dimentica totalmente quei piccoli espedienti sentimentali che rendevano epico il viaggio/metamorfosi del film precedente e crea per Sharlto Copley un personaggio dalla parte e dal peso sovradimensionati rispetto all'interesse e l'utilità che ha nel film.

Quel che ancora è più grave però è come Elysium manchi di una visione chiara e coinvolgente di futuro, che poi è il cuore della fantascienza. Tra Wall-E e molte altre derive già note, la Terra tra 100 anni per come la vede il film è uguale a oggi, fatta eccezione per armi avanzate e qualche veicolo volante. Per il resto tutto da internet, alla moda, fino alle auto sono quelle di oggi e senza una spiegazione. E meglio non va ad Elysium, che è Beverly Hills con macchine per guarire. Non ci fossero degli automi avanzati affiancati ad altri che sembrano usciti da I Pronipoti si direbbe che nessuno ha nemmeno pensato a fare qualcosa di sensato.

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