Elf Me, la recensione
La struttura tipica del cinema d'avventura fantastico per ragazzi americano trova in Elf Ma la sua miglior versione italiana
La recensione di Elf Me, il film di YouNuts! con Lillo e Claudio Santamaria, disponibile dal 23 novembre su Prime Video
Elf Me è la storia di un elfo di Babbo Natale (Lillo) che finisce per errore sulla Terra e non può tornare indietro se non viene “restituito” ufficialmente. Prima però dovrà aiutare la mamma del bambino a casa del quale è finito a tenere in piedi il suo negozio di giocattoli artigianali, resistendo all’invasione dello spietato grossista locale e del desideratissimo giocattolo che lui ha in esclusiva per questo Natale. È insomma una storia in cui la posta in gioco è la sopravvivenza di un’attività commerciale, e la vittoria arriva nel momento in cui riusciranno a fare profitti. Il successo commerciale come strumento di affermazione di un principio etico, la base dell’eroismo classico americano.
Soprattutto è un film che sa usare molto bene le caratterizzazioni tipiche del cinema fantastico, le sa manipolare così tanto (vale la pena ripeterlo, la maniera in cui Claudio Santamaria crea un villain da operetta, spietato e regionale è il tipo di trovata capace di reggere un film anche da sola) da dargli forme nuove e nel quale quando qualcosa non funziona, e capita (molti difetti del cinema italiano si trovano anche qui, dalla recitazione terribile dei bambini ad alcuni passaggi frettolosi della sceneggiatura o temi più pesanti trattati velocemente come la dislessia), c’è una colonna sonora molto molto centrata sul fantastico che dà al film la spallata che lo rimette in piedi e crea il mood giusto. Più che per altri generi, più che per altri film, in questo lo score fa l’80% del lavoro, cioè rende Elf Me il film per ragazzi che il cinema americano non fa più, quello che flirta con il disturbante, che spaventa, immagina e osa.