Einstein, la recensione
Abbiamo recensito per voi Einstein, graphic novel di Corinne Maier e Anne Simon dedicata al grande fisico, edita da Panini 9L
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Einstein può essere considerata una biografia a fumetti, non la prima e essere realizzata da Maier e Simon, che non molto tempo fa avevano riletto con la loro sensibilità le figure di Freud e Marx. Dopo la psicoanalisi e la politica, tocca dunque al campo della fisica, affrontata in un periodo storico in cui questa disciplina - spesso lontana dalle luci dei riflettori - sta vivendo una stagione particolarmente densa di novità che tendono ad aprire al grande pubblico teorie e scoperte.
Ad agevolare l'intento della graphic novel contribuisce anche il tono volutamente leggero dei dialoghi e la caratterizzazione dello stesso protagonista. Quest'ultima, però, rappresenta sicuramente l'anello debole del volume: se focalizzarsi sull'aspetto umano può essere una buona idea, trasformare Einstein in una macchietta, nello stereotipo dello scienziato pazzo con la testa costantemente fra le nuvole - o sotto le coperte di qualche bella fanciulla - diventa un'estremizzazione pericolosa che può far crollare l'intero impianto biografico.
A causa dell'eccessiva compressione operata da Maier, la lettura non si può definire fluida in quanto condensa in poche vignette una gran quantità di personaggi storici e avvenimenti. I rapporti che queste personalità del mondo della scienza, della politica e della filosofia hanno intrattenuto con Einstein sono veritieri, ma vengono sempre utilizzati per evidenziare la sregolatezza dello scienziato in contrapposizione alla compostezza di chi gli si para davanti.
Lungo le 60 pagine di questa graphic novel viene dunque svolta un'operazione di sintesi che tralascia alcuni aspetti fondamentali della carriera scientifica di Einstein concentrandosi, invece, sulla costruzione di un uomo straordinario, ma che - in definitiva - straordinario non appare al lettore. Anche nelle pagine dedicate alla Teoria della Relatività manca un aspetto cruciale: in che modo queste teorie hanno influenzato la nostra vita; di contro, sembra sempre che gli studi di Einstein siano rivolti a qualcosa di astratto, lontano dalla contingenza del quotidiano.
Decisamente più funzionale lo storytelling di Simon: quando la trama fluisce, densa di nomi ed episodi, l'artista utilizza uno schema rigido a dodici vignette che consente di condensare tutte le informazioni; quando la narrazione si sposta invece sulle teorie, si concede ampi margini di manovra realizzando tavole visionarie con cui conciliare concetti astratti ed elementi concreti. Il tratto cartoonesco utilizzato è molto elementare e sintetico, una scelta azzeccata che permette al lettore di focalizzare la propria attenzione esclusivamente sui contenuti e non sulla forma.
In definitiva, l'intento nobile di divulgare la scienza e offrire una visione più "umana" di una delle più grandi menti della Storia viene tradito da un lavoro di scrittura non all'altezza che non coglie la vera natura del personaggio. Einstein è purtroppo un'occasione mancata di presentare al pubblico delle graphic novel un personaggio fondamentale del Ventesimo Secolo.