Echi Invisibili, la recensione

Abbiamo letto e recensito per voi Echi Invisibili, la graphic novel di Tony Sandoval e Grazia La padula targata Tunué

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Saremmo davvero più felici se avessimo modo di conoscere in anticipo il nostro futuro e quello delle persone che abbiamo accanto? Se fossimo certi di non sbagliare mai, di evitare di inciampare in quel sasso e di non prendere la strada più pericolosa, troveremmo più facilmente quella giusta? Ecco la domanda fondamentale che, tra molte altre, si pone Echi Invisibili, la graphic novel di Tony Sandoval e Grazia La Padula edita da Tunué.

Baltus è un fotografo di talento, o meglio, era un fotografo di talento. Un trauma personale legato a doppio filo alla sua passione lo ha allontanato dalla professione e dall'arte della fotografia. Avrà perso la volontà e il desiderio di osservare il mondo e immortalarlo attraverso un obiettivo, ma ha conservato lo sguardo, la sensibilità dell'artista, la capacità di vedere e di leggere l'istante. Anzi, ora è in grado di farlo molto meglio: il dolore gli ha conferito l'abilità non solo di identificare il momento poetico, ma di leggerne anche lo scorrere, di sapere, osservando una persona, quel che le accadrà. La preveggenza di Baltus non è però gratuita né piacevole, accompagnata com'è da una forte depressione e dall'apparizione di una serie di demoni oscuri e minacciosi, che tanto lo guidano alla scoperta del futuro prossimo quanto lo perseguitano con scherni e presagi di sventura.

Ecco perché la scelta dell'isolamento: Baltus sceglie la fuga. Fugge dal senso di colpa, dalla possibilità di influenzare da vita degli altri grazie al suo dono, dalla responsabilità di doverlo fare cambiandola per il meglio, dato che è in grado di intuirne lo scorrere. Baltus sparisce dalle scene, si trasferisce lontano dalla sua città, New York, ma le sue foto sono ancora in circolazione e la curiosità delle persone, il richiamo di una possibile fama e del riconoscimento del pubblico, lo spingeranno a tornare ad affrontare il mondo, le sue paure, il dolore, a molti anni dalla sua partenza

Tony Sandoval si conferma un autore abile nell'esplorare aspetti profondi ed estremamente personali della vita di tutti noi tramite storie di fantasia che, in questo caso, intrecciano strettamente l'aspetto mistico della narrazione con quello, ritratto con grandissimo realismo, dei sentimenti, delle aspettative e delle speranze dei personaggi. Il contrasto tra il mondo onirico e segreto di Baltus e la realtà che esso prefigura in modo infallibile è la chiave del fascino di Echi Invisibili, assieme alle notevoli tavole di Grazia La Padula, il cui stile è molto simile a quello di Sandoval stesso e accompagna alla perfezione le atmosfere della storia.

La graphic novel mostra invece i propri punti deboli nella costruzione della sceneggiatura. Il focus della narrazione è Baltus, vediamo gli eventi solo dal suo punto di vista e riusciamo a conoscere soltanto le sue ragioni e il suo dolore, anche grazie a dialoghi spesso ridotti all'osso. Ma non sempre tutto ciò ci è mostrato in maniera chiara e in modo da dare un senso compiuto alle scelte del protagonista. Scelte decisive nella definizione del suo personaggio e di cui, conoscendo assieme a lui il futuro, possiamo anticipare con una certa sicurezza gli esiti. Sandoval preferisce lasciare in sospeso alcuni aspetti della personalità di Baltus. Il risultato non è però una porta aperta lasciata al lettore, che può dare agli eventi l'interpretazione che preferisce, ma la sensazione di una mancanza di consistenza del protagonista.

Evanescenti anche i rapporti tra e con i personaggi di contorno, abbozzati più che descritti ed esplorati. La sensazione è che Sandoval non riesca ad operare una scelta precisa tra il registro di una storia di ampio respiro, che avrebbe permesso di addentrarsi davvero nelle personalità consentendo un'introspezione efficace e un fumetto più simbolico, fiabesco, che potesse riassumere significati non meno profondi in uno spazio e un tempo narrativi più contenuti. Il risultato? Echi Invisibili è un prodotto affascinante, esteticamente molto bello, interessante nei temi, ma anche un'esperienza di lettura sostanzialmente incompleta e, a causa di ciò, non esattamente memorabile.

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