Eagle Island, il mutevole metroidvania che non ti aspetti - Recensione
Eagle Island ha dalla sua premesse particolari, un gameplay classico e divertente, un'estetica piacevole e alcune opzioni di personalizzazione non del tutto scontate
Con due falchetti coloratissimi, Koji e Ichiro, e a bordo di una piccola barca, parte all'avventura un giovane ragazzo, Quill, tra le isole del mare Otriatico. Ma una violenta tempesta da nord porta con sé un vento fortissimo e fulmini, che colpiscono l’imbarcazione e le danno fuoco. Non solo, uno dei due pennuti viene rapito da una malvagia divinità alata, così il ragazzo si ritrova naufrago su un’isola misteriosa. Qui incontrerà personaggi secondari che gli daranno consigli e gli affideranno missioni, come il Dr. Oliver Ornis, che gli racconterà di Armaura, il grande rapace leggendario che gli uomini cercano di catturare da secoli.
[caption id="attachment_197753" align="aligncenter" width="1280"] Le aree di gioco presenteranno spesso enigmi da risolvere[/caption]
Il protagonista umano è infatti, in maniera abbastanza inusuale, un falconiere: l’unico modo per togliere dalla nostra strada le varie piante carnivore e i rapaci che ci vorranno come loro preda sarà lanciare letteralmente il nostro falchetto, anche mentre stiamo saltando, rimanendo dunque a mezz’aria. Avremo davvero qualche frazione di secondo per impostare la mira e lanciare il rapace nella giusta direzione e non sarà sempre facile. Per questo motivo potremo dotarci di rune e oggetti di potenziamento, utili da usare durante l’avventura per rafforzarci e migliorarci ma anche per visualizzare più facilmente tesori da scovare, aprire bauli spendendo meno denaro e altro ancora. E se dovessimo finire in pasto a un nemico? Niente paura, il nostro falco ci trarrà in salvo, ma perderemo il denaro e i potenziamenti ottenuti fino a quel momento e il contatore di nemici sconfitti si azzererà.
[caption id="attachment_197754" align="aligncenter" width="1280"] Le apparizioni del rapace leggendario Armaura non saranno mai pacifiche![/caption]
Anche in modalità Storia comunque il game over sarà un momento di gioco molto importante: non si tratterà solo di una sconfitta, ma della possibilità di ricominciare la partita ripartendo sempre dallo stesso checkpoint della zona che stavamo cercando di completare, ma con una struttura dell'area sempre diversa. Ogni area infatti sarà generata proceduralmente e divisa a sua volta in scomparti che presenteranno barriere superabili solo dopo aver liberato l’intera schermata da nemici. Questi saranno differenti e dai vari pattern di attacco, per quanto facili da approcciare, mentre i boss saranno occasionalmente abbastanza ostici.
Il piacevolissimo comparto grafico, impreziosito da una bidimensionalità colorata e dettagliata, di chiara ispirazione 16 bit, offre alcune opzioni prettamente estetiche, come quella tra "Pixel" e "Soft", a seconda della tipologia di visualizzazione preferita, e altre invece volte a garantire un'accessibilità totale, come quelle legate a quali elementi visualizzare (è possibile persino escludere totalmente i fondali) e alla presenza di contorni attorni ai personaggi, per renderli più visibili. Un'idea lodevole, che trova applicazione anche in varie opzioni di gioco, dai tre livelli di sfida alla possibilità, ad esempio, di utilizzare la mira automatica.
Eagle Island ha quindi dalla sua premesse particolari, un gameplay classico e divertente, un'estetica piacevole e alcune opzioni di personalizzazione non del tutto scontate. D’altro canto, propone una storia non troppo originale dal punto di vista narrativo, e il cambiamento costante della mappa a ogni sconfitta potrebbe risultare confusionario persino per gli appassionati delle ambientazioni generate proceduralmente.