E venne il giorno

Una misteriosa tossina spinge le persone al suicidio, mentre una famiglia tenta di mettersi in salvo. Dopo Lady in the Water, si sperava in un ritorno alla forma migliore per Shyamalan. Purtroppo non è così...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloE venne il giornoRegiaM. Night ShyamalanCast

Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Betty Buckley, Ashlyn Sanchez

Uscita12 giugno 2008

Ai tempi di The Village, mi ricordo di aver contestato ferocemente l'idea che i film di Shyamalan fossero semplicemente delle puntate di Ai confini della realtà allungate, come sostenevano i suoi detrattori. Per me, pellicole come Il sesto senso, Unbreakable e The Village (Signs solo in parte) erano delle magnifiche storie familiari, in cui la componente fantastica era comunque presente all'interno di sceneggiature solide e umanamente coinvolgenti.
Ora, non saprei che dire di E venne il giorno. Forse, che sembra frutto di due idee (una per la storia in generale, una per quella legata all'anziana signora) perfette per Ai confini della realtà, che peraltro risultano integrate male tra loro. Il problema è che le intenzioni erano altre.

E venne il giorno vorrebbe essere hitchcockiano fin dai titoli di testa, con una colonna sonora decisamente da Bernard Herrmann, proseguendo poi per una struttura molto simile a Gli uccelli e con il classico percorso di una coppia che si ritrova. Purtroppo, il primo obiettivo fa cilecca, perché la 'minaccia' che mette in scena il regista è troppo impalpabile e casuale per convincere il pubblico, a tal punto che si devono creare delle false situazioni di pericolo. Si arriva al punto che, in alcune situazioni, per ravvivare la storia, le persone contagiate dovrebbero sembrare pericolose per i protagonisti. Ma visto che il 'morbo' porta la gente a compiere atti autolesionistici, perché dovremmo aver paura? Al massimo, pietà e tristezza per gli sventurati, ma non certo paura per gli altri. Per quanto riguarda la coppia, il punto è che non funziona proprio. Intanto, perché i due personaggi sono scritti in maniera francamente inspiegabile, con dialoghi e modi di fare da adolescenti immaturi e non da ultratrentenni come sono. Peraltro, sia Mark Wahlberg che Zooey Deschanel non convincono, con interpretazioni che fanno puntare il dito più sul regista che su di loro, considerando che sono stati tranquillamente in grado di fornire prove brillanti in altre situazioni.

Inoltre, il film voleva essere una ovvia metafora dell'11 settembre (la storia ha inizio agli stessi orari di quel giorno funesto e non è certo un caso). Il problema è che tutto risulta poco verosimile, in particolare nella rappresentazione degli eventi. Non mi riferisco soltanto (come avviene sempre ormai a Hollywood) al fatto che non vengono mai menzionati esplicatamente gli attacchi di sette anni fa, nonostante sarebbe logico sentire una frase tipo "è proprio come l'11 settembre". Ma sono proprio i primi dieci minuti, in cui si parte subito con la minaccia che colpisce, a non convincere (problema notevole, perché poi tutto il resto del film risulta poco credibile per questo). Insomma, di fronte a quello che sembra un altro attacco terroristico, vi pare normale che degli studenti escano da scuola tranquillamente o che in una stazione ferroviaria la gente continui a mangiare come se niente fosse? Quantomeno, un po' di curiosità e la voglia di attaccarsi ad uno schermo televisivo per sapere cosa succede ci dovrebbe essere, no?

E non è finita qui. Non so cosa sia passato per la mente dei produttori e del regista, ma l'idea di puntare su scene cruente e quasi splatter non ha senso. C'è per esempio una scena con 'protagonista' una pistola che potrebbe benissimo terminare al primo colpo e che invece va avanti  troppo a lungo. Ma sono tante le sequenze che avrebbero potuto tranquillamente essere tagliate prima mostrando meno e ottenere risultati decisamente migliori. Così, la grande atmosfera delle pellicole di Shyamalan qui viene meno, deludendo sicuramente i suoi appassionati e senza neanche convincere i fan del torture-porn.

Di tutto il cast, a parte i due protagonisti già menzionati, si salva solo John Leguizamo, che sarebbe stato bello vedere più sfruttato. Ma è impossibile prendersela con gli attori, perché il problema è come sono stati scritti i personaggi. Per esempio, un'interprete come Betty Buckley avrebbe potuto fare faville, ma in una parte costruita in maniera più efficace di questa. Incredibile poi come venga sottoutilizzata la ragazzina.

Per sintetizzare, E venne il giorno sembra ormai confermare la scelta di Shyamalan di realizzare prodotti didascalici e che cambino il mondo. Così, c'è un po' di new age, tanto ambientalismo e una gran dose di sentimentalismo. Di vero cinema, purtroppo, se ne vede poco...

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