E la chiamano Estate, la recensione
E la chiamano Estate racconta le avventure al lago di Rose e Windy, due ragazzine alle prese con l'età di passaggio tra infanzia e adolescenza...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Appena arriva ad Awago Beach la attende Windy, un'amica con cui ha trascorso tutte le estati, un po' più ingenua e sovrappeso di lei, che appare una sempliciotta in confronto a Rose, la ragazza di città; questa differenza diventa ancor più evidente visto che stanno nascendo i primi segni dell'adolescenza, tra seni che non si decidono a crescere e le prime nozioni di educazione sessuale.
Ma è un periodo in cui si iniziano a comprendere i problemi "dei grandi": Rose intravede che tra i suoi genitori c'è qualcosa che non va e di cui non vogliono parlarle, ma nel frattempo tra i giovani di Awago Beach circolano voci di corridoio su una situazione problematica che riguarda alcuni di loro.
Rose e Windy vivono la loro vacanza divertendosi e rilassandosi, ma con una sensazione di disagio quando si rendono conto di essere soltanto delle spettatrici di quanto sta accadendo attorno a loro nel mondo degli adulti. Anche gli eventi più sconvolgenti e le rivelazioni più grande vengono narrate senza alcun desiderio di creare sensazionalismi, ma le autrici sembrano quasi voler proseguire rapidamente il racconto delle normali giornate estive, anche se nei personaggi e nella mente del lettore è stato aggiunto qualcosa di cui non si possono non tenere conto.
E la Chiamano Estate ha vinto alla passata edizione di Lucca Comics il Gran Guinigi, ed è un fumetto che si merita ampiamente un riconoscimento simile: l'atmosfera spensierata e ingenua che si respira tra le pagine è uno dei principali pregi dell'opera, nonostante la vicenda poi si sviluppi in direzioni interessanti e in grado di toccare tematiche abbastanza profonde e in grado di lasciare una morsa allo stomaco, una volta chiuso il volume.
I dialoghi trasmettono i dubbi realistici delle due ragazzine, rese ancor più credibili ed espressive dalle morbide linee tratteggiate a pennello, in grado di trasmettere un'emozione attraverso il dettaglio di un'espressione o l'inquadratura più efficace per catturare un determinato comportamento.
Quando tutto è ormai concluso non rimane che lasciarsi alle spalle quelle temperature afose, salutare gli amici e preparare le valigie, per poi salire in macchina e ripartire verso la città. Ma lasciando Awago Beach, forse la giovane Rose che si allontana dal lago non è la stessa che è arrivata.