È colpa mia?, la recensione

Partendo con dinamiche e estetica ormai anacronistiche, È colpa mia? corregge il tiro nella seconda parte scivolando così nell'anonimato

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La nostra recensione di È colpa mia?, disponibile su Prime Video

Per lunghi tratti, dalla storia di È colpa mia?, e da come questa viene raccontata, emerge una notevole sfacciataggine, che avrebbe potuto anche generare un certo interesse. Il suo proporre senza farsi problemi dinamiche dal sapore anacronistico, attraverso personaggi di cartapesta e interpreti poco convinti, avrebbe potuto rendere il film un guilty pleasure non indifferente, o quanto meno strappare un sorriso. Se solo l'approccio non fosse stato sempre così dannatamente serio e nella seconda parte venga rinnegato buona parte di quanto mostrato in precedenza.

È colpa mia? racconta la storia della diciasettenne Noah, quando lascia la sua città e il suo ragazzo per trasferirsi nella casa del ricchissimo nuovo marito della madre. Lì incontra il suo "fratellastro", l'affascinante Nick, che il padre crede un figlio modello, dedito agli studi di legge. In verità quest'ultimo è interessato solo alle ragazze, alle feste sfrenate e alle corse clandestine in auto, in cui la ragazza si fa presto travolgere, dimostrandosi molto più a suo agio di quanto lasciava intendere il suo atteggiamento altezzoso. Tra i due non sembrano all'inizio esserci molte affinità, ma come potranno mai andare a finire le vicende?

Nelle prime scene, Noah viene presentata come un'amante della lettura che non rispetta le etichette e a una cena di gala si presenta con una t-shirt dei Ramones. Non trascorrerà però molto tempo nel microcosmo di Nick per iniziare a vestirsi in maniera provocante, a provarci con ogni ragazzo solo per far ingelosire il suo fidanzato, che scopre star dando attenzioni alla sua miglior amica mentre lei è lontana. "Perché siamo sempre attratte dal ragazzaccio?" chiede ad un certo punto beffardamente allo stesso Nick, per cadere subito dopo tra le sue braccia. Così mentre la protagonista cerca di rivendicare un ruolo più attivo (pilota in prima persona e non semplice cheerleader), non fa che consolidarsi come una perfetta espressione dell'immaginario maschile: in fondo, resta sempre lei l'oggetto dello sguardo di Nick e dei suoi amici, e mai il contrario. Siamo insomma vicini all'estetica del primo Transformers, sesso sfrenato sul cofano delle auto e sessioni di lavaggio dei veicolo in bikini compresi.

Se dal film citato sono però passati 16 anni e nel frattempo il suo stesso franchise si è evoluto, È colpa mia? sembra ad un certo punto accorgersene, correggendo il tiro e mostrando, paradossalmente, il suo lato peggiore. Scopriamo come Nick in fondo è un cuore d'oro, segnato da un trauma infantile simile a quello di Noah, che non può dimenticare il padre violento e così non può più accettare la vita del ragazzo, prima di conoscerlo per quello che è veramente. Seguono plot twist da soap opera (due personaggi chiave che casualmente si sono conosciuti condividendo la stessa cella in prigione), e un laccato e esasperato romanticismo, tra baci al tramonto e frasette del tipo "Nessuno ora potrà dividerci". Elementi che alla fine rendono È colpa mia? un prodotto assolutamente anonimo.

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