Dylan Dog - I colori della paura 1: La nuova alba dei morti viventi, la recensione
L'attesa collana della Gazzetta dello Sport, Dylan Dog: I colori della paura, ha esordito ieri con l'inedito/remake: La nuova alba dei morti viventi
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Ha infine esordito l'attesa collana de La Gazzetta dello Sport dedicata all'Indagatore dell'Incubo che raccoglierà in 52 uscite (a € 1,99 l'una) tutte le storie della fortunata serie Dylan Dog: Color Fest, edita da Sergio Bonelli Editore. Il primo numero di Dylan Dog: I colori della paura contiene però un inedito: il remake della storia che nell'ottobre del 1986 battezzava quella che sarebbe divenuta presto un'icona del fumetto italiano.
Il rifacimento si dimostra assai fedele all'opera da cui è tratta, offrendoci una sorta di compendio e allo stesso tempo un triplo concentrato dell'originale L'alba dei morti viventi. La logica sequenziale e il filo del racconto rimangono solidi anche se estremamente compressi, sacrificando alcuni momenti secondari ma straordinari dell'albo del 1986, come il clima di follia e la meraviglia che investono la bella Sybil (e il lettore stesso) quando giunge a Craven Road n.7 per fare la conoscenza dei suoi due inquilini, il protagonista e il suo assistente, lo straripante Groucho. Anche il fascino inquietante del futuro antagonista, il diabolico Xabaras, viene smorzato dalle esigenze dello speciale formato; questo infatti si distingue dallo standard Bonelli ed è più vicino al comic-book americano, non solo per le sole 32 pagine ma anche per le dimensioni (17x23 cm). L'albo è poi impreziosito dalla superba copertina di Carmine Di Giandomenico colorata da Luca Bertelè, un soggetto completamente diverso da quello dell'indimenticabile cover di Claudio Villa.
La novità della policromia conferisce freschezza e attualità alla trama, grazie al lavoro di Annalisa Leoni sull'eccellente performance di Mammucari; la parte grafica è senza dubbio l'elemento più suggestivo e moderno di questo interessante esperimento. La nuova alba dei morti viventi è in breve un ottimo biglietto da visita per Dylan Dog e soprattutto un invito per i suoi vecchi e nuovi fan a recuperarne la fonte di ispirazione, il capolavoro senza tempo di Tiziano Sclavi e di Angelo Stano.