Dylan Dog Color Fest 30: Groucho primo, la recensione

Dylan Dog Color Fest 30: Groucho Primo offre al lettore un ritratto intimo dell'umanità sotto la maschera dell'amata spalla dell'Old Boy

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Dylan Dog Color Fest 30: Groucho Primo, anteprima 01

La spina dorsale di un personaggio, sia esso narrato a fumetti o in altri media, è sicuramente la sua identità. Quando nelle trame definibili character driven, ovvero impostate sui protagonisti più che sullo svolgimento degli eventi in sé, sono presenti dei profili scialbi o poco interessanti, appare subito evidente che c'è un problema, in quanto viene a mancare il cardine della narrazione su cui dovrebbe fondarsi tutto il resto. Al contrario, quando la cura destinata alla caratterizzazione di protagonisti e comprimari più o meno importanti è alta, il risultato finale sarà quasi sempre di alto livello.

Nella vita editoriale di Dylan Dog, Groucho ha ricoperto diversi ruoli a seconda delle necessità editoriali, adattandosi alle esigenze di trama e seguendo dei canovacci consolidati. Tendenzialmente, è possibile affermare che l'imitatore del celebre comico statunitense rappresenta la "spalla" fraterna di Dylan, una delle basi del triangolo che, per molto tempo, ha visto Bloch completare la composizione, con l'Old Boy di punta.

Dopo tanti anni di storie e moltissime iterazioni dell'assistente dell'Indagatore dell'Incubo, sorge spontanea una domanda: chi è Groucho? Sergio Bonelli Editore ha trattato il tema diverse volte, dagli speciali monografici a lui dedicati pubblicati in passato, fino al più recente Grouchomicon: Il libro maledetto delle risate.

In occasione del trentesimo Dylan Dog Color Fest, la casa editrice milanese ha recuperato due storie precedentemente pubblicate negli albi inseriti nel suddetto contenitore editoriale: Per un pugno di like, di Riccardo Torti, e Groucho-con, di Tito Faraci e Silvia Ziche, a cui ha aggiunto un breve inedito che apre il numero, Le regole della comicità, di Alessandro Bilotta e Sergio Ponchione.

"Il ritratto intimo di un personaggio troppo spesso identificato unicamente per la sua maschera."La scelta di proporre un'antologia con queste tre storie in particolare ha costruito una risposta tutt'altro che scontata alla domanda iniziale. Bilotta e Ponchione propongono una storia che, più apertamente, tratta il tema dell'identità, andando a scomporre la comicità di Groucho in diversi fattori, mettendolo direttamente in confronto con una sua vecchia professoressa di Filosofia. La scelta della comprimaria non è ovviamente casuale, come non lo è il "caso" che questa affida al Nostro. Insieme, l'improbabile duo affronta le regole base della comicità, applicate in situazioni tanto grottesche quanto calzanti.

Tra giochi di parole, battute brillanti e tanta autoironia, alla fine della lettura riceviamo una lezione sul prendere coscienza di noi stessi: come scindere la propria identità da ciò che ci circonda. I disegni e i colori rendono tutto squisitamente realistico, nonostante la paranormalità del contesto, con i personaggi che si muovono tra pochi ambienti, recitando come fossero su un palco.

Riccardo Torti rincara la dose giocando con il tema del doppio reale e digitale, esasperato dall'avvento dei social network. In questo caso, il protagonista dell'albo vive un dissidio profondo tra sostanza e apparenza, con conseguenze importanti che influenzano direttamente i suoi cari.

Dylan Dog Color Fest 30; Groucho Primo, anteprima 02

Nuovamente, la condizione di disagio personale derivata dal senso di identità legato alla percezione di noi stessi nel mondo e alla sensazione di accettazione da parte degli altri è assolutamente condivisibile, rendendo anche questa storia ben riuscita. In tal senso, l'approccio sintetico alle tavole da parte di Torti sottolinea ancor di più una condizione da Internet 3.0, in cui ogni contenuto appare idealmente più piatto ed estremo, di un colore o di un altro.

Infine, Faraci e Ziche offrono una storia marcatamente disneyana nei temi e nella realizzazione. Pur essendo meno introspettiva delle precedenti, anche questa vicenda è incentrata sull'essere "sosia di qualcuno", e dunque sulla propria identità slegata dal modello di riferimento. In questo caso, il lettore osserva dei misteriosi omicidi che avvengono durante una convention dedicata ai sosia di Groucho Marx, in cui l'assassino appare decisamente peculiare alla condizione di contorno. Il sosia che tutti amiamo riesce a distinguersi anche questa volta, in un modo tutto suo, dimostrandosi estremamente trasversale nel calarsi perfettamente in un linguaggio vicino a quello Disney e al Fumetto destinato ai più piccoli.

Dylan Dog Color Fest 30: Groucho primo è un albo decisamente riuscito che con tre storie collegate da un ideale filo conduttore delinea in novantotto pagine il ritratto intimo di un personaggio troppo spesso identificato unicamente per la sua maschera, mostrandolo molto più vicino all'uomo comune di quanto si possa immaginare.

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