Dylan Dog Color Fest 15, la recensione

Il quindicesimo appuntamento con il Dylan Dog Color Fest conferma la qualità sempre elevata della collana e un'estrema, vincente diversificazione

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il numero 15 di Dylan Dog Color Fest chiude l'esplosione di colore di quest'estate portata in edicola da Sergio Bonelli Editore. Nell'appuntamento semestrale di agosto troviamo le abituali quattro storie brevi affidate ancora una volta ad autori distinti per stili e curricula.

I primi due episodi sono accomunati dalla singolarità della minaccia: aberrazioni di organismi vegetali. Spore di Matteo Cassali, Luca Dell'Uomo e Erika Bendazzoli (ai colori) ci porta nel regno dei funghi, dove un team di ingegneri genetici ha messo a punto un'arma chimica dalle potenzialità devastanti e in grado di trasformare gli individui infetti in mostruose creature. È una piacevole rivisitazione moderna di temi cari al genere pulp dei comics americani degli anni '30 e sembra ispirata, visto l'esperienza d'oltre oceano del suo scrittore, a personaggi cult come Man-Thing della Marvel e Swamp Thing della Distinta Concorrenza.

Con Il pasto vivo restiamo ancora negli States, per un'ambientazione che ricorda molto la seconda parte del film Dal Tramonto all'Alba (1996), ma sono le piante e non i vampiri la sorpresa terrificante. Giovanni Gualdoni, Giorgio Santucci e Oscar Celestini trasformano il Titty Twister del cult cinematografico di Robert Rodríguez nella sua versione vegana, dove a vestire i panni dei motociclisti sono tre maggiorate fuorilegge. La vicenda è spassosa e rievoca l'ironia divertita delle origini del personaggio di Tiziano Sclavi.

Ne Il respiro del Diavolo si cambia decisamente tono. È un clima tetro quello del soggetto di Gigi Simeoni reso con grande intensità da Werther Dell'Edera per i colori di Alessia Pastorello. La droga, gli eccessi e la ricerca di sballo sprofondano un gruppo di giovani letteralmente all'Inferno. Lo stesso Indagatore dell'incubo si trova in estreme difficoltà di fronte alla follia scatenata da stupefacenti e forze sovrannaturali.

Il mondo negli occhi chiude il volume con un crescendo di alienazione e angoscia. Il racconto di Luca Vanzella, Luca Genovese e Luca Bertelé con la collaborazione di Manuela Nerolini per la cura cromatica, ci descrive la psicosi o forse la condanna di Lucy e dei suoi occhi stregati. Un finale truculento, per lettori poco impressionabili confeziona la prova più originale ed estrosa del quartetto.

Il quindicesimo appuntamento con il Dylan Dog Color Fest conferma la qualità sempre elevata della collana e un'estrema, vincente diversificazione accentuatasi con il nuovo corso voluto da Roberto Recchioni. L'offerta di Craven Road n. 7 è sempre più ricca.

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