Dylan Dog 394: Eterne stagioni, la recensione

Eterne stagioni è un interessante connubio tra una situazione generale difficile e la singola vicenda umana

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Dylan Dog 394: Eterne stagioni, anteprima 02

L'amore impossibile è uno dei topoi più affascinanti della narrazione mondiale, dilagato nei diversi media come espressione della passione degli amanti che sfidano gli eventi avversi pur di stare insieme e non lasciar morire i loro sentimenti, perendo per mano del destino avverso. E qual è, molto spesso, l'altra faccia dell'amore? La morte, intesa sia come eterno sacrificio per tentare di salvare un rapporto, sia come destino infausto che attende i due protagonisti, condannandoli a non poter vivere felici e contenti. Dylan Dog è un personaggio che, per definizione storica, si innamora di ogni nuova compagna. È l'ultimo dei romantici, per questo motivo si lascia trasportare da quel "forte sentire" ad ogni occasione, incontrando le conseguenti tempeste emotive che gli attanagliano il cuore.

In tal senso, la copertina firmata da Gigi Cavenago per il numero 394 della serie regolare dedicata all'Indagatore dell'Incubo è sicuramente manifesto dell'ambivalenza emotiva, specchio di una storia firmata da Paola Barbato e Marco Nizzoli che racconta tramite il rapido avvicendarsi delle stagioni la volubilità incontrollata delle emozioni umane.

L'inquilino di Craven Road vive sulla propria pelle le conseguenze di un clima impazzito, in cui l'alternanza delle quattro stagioni avviene nel giro di qualche ora e non di mesi. Questi cambiamenti distruggono dalle fondamenta la psiche umana, rendendola sempre più labile e incline alla violenza. C'è qualcuno, però, che reagisce in modo diverso a tutto ciò, ed è proprio con questa "stranezza nella stranezza" che dovrà fare i conti l'Old Boy.

"Una lettura molto piacevole, vicina alla tragedia shakespeariana, in cui ogni personaggio si batte con ogni briciolo di forza residua prima di arrendersi e andare incontro al proprio destino."Il Ciclo della meteora ha appena superato il giro di boa, e le bizzarrie legate all'arrivo del corpo celeste iniziano a farsi sempre più tangibili, come piccoli tasselli di un mosaico che, gradualmente, creano una forma ben leggibile. La storia in oggetto, ad esempio, qualora non fosse solo "episodica" potrebbe aver offerto un nuovo spunto per gestire la rabbia della folla, quella scintilla che aumenta l'entropia delle strade vista nel primo albo della saga, Che regni il caos!.

La storia d'amore tra Dylan e l'ennesima ragazza che entra nella sua vita sembra inoltre avere un sapore un po' più particolare e profondo, confermato dall'analogia con un celebre film degli anni Ottanta emblema dell'amore impossibile, esplicitata nel corso di un dialogo.

Eterne stagioni è un capitolo decisamente malinconico nella storia editoriale della testata e mette in evidenza tutti i limiti, superabili e non, che incontriamo nel corso della vita. I testi della Barbato, efficaci nell'evocare emozioni profonde in condizioni di estrema difficoltà, si legano molto bene ai disegni di Nizzoli, che fa recitare a ogni volto una parte estremamente teatrale, su un palcoscenico che vede la scenografia variare di continuo.

Il risultato è un connubio interessante tra le conseguenze generali di una condizione difficile e la singola vicenda umana: una lettura molto piacevole, vicina alla tragedia shakespeariana, in cui ogni personaggio si batte con ogni briciolo di forza residua prima di arrendersi e andare incontro al proprio destino, positivo o negativo che sia.

Dylan Dog 394: Eterne stagioni, anteprima 02

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