Dylan Dog 383: Profondo nero, la recensione

Abbiamo recensito per voi Profondo nero, la storia di Dylan Dog scritta da Dario Argento

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Dylan Dog 383: Profondo nero, anteprima 02

Esistono dei punti cardine del personaggio di Dylan Dog che sono rimasti immutati nel corso del tempo: il suo animo profondamente adolescente vittima di forti passioni amorose veicolato dall'istinto (anzi, dal quinto senso e mezzo) nelle situazioni critiche, cosa che lo porta spesso a passare dalla padella alla brace, e la sua profonda razionalità, che prima di rendere legittima qualsiasi possibilità che esuli dal reale lo porta a esaminare ogni altra alternativa possibile. Questi due punti di forza, in profondo conflitto tra loro, sono il motore narrativo della serie che appassiona lettori più o meno giovani da oltre tre decenni.

Con il numero 383 della testata, Profondo nero, l'Indagatore dell'Incubo incontra il maestro dell'horror Dario Argento, un cineasta entrato nell'immaginario collettivo, in particolare grazie a diverse opere firmate tra gli anni Settanta e Ottanta, capolavori come Profondo rosso (citato nel titolo dell'albo) e Suspiria che sono entrati nell'immaginario collettivo, insieme ai capolavori cinematografici di ogni tempo. Accanto al regista romano c'è Stefano Piani, sceneggiatore per la Televisione e il Fumetto che, oltre ad aver collaborato in passato con Sergio Bonelli Editore, ha lavorato con Argento sul film Dracula 3D, nel 2012.

Leggendo l'albo appare chiaro fin da subito quanto i due sceneggiatori abbiano compreso appieno la natura dell'eroe romantico creato da Tiziano Sclavi, riuscendo a proporre ai lettori una vicenda che ha le radici ben piantate nella tradizione editoriale di Dylan Dog, pur inserendo il protagonista in un momento ben preciso della sua storia editoriale, con elementi ben precisi legati al suo presente.

L'indagine del mese oscilla tra donne, misteri familiari e feticismi BDSM, con alcuni piccoli dettagli di morbosi eccessi inseriti che portano l'episodio in una sfera vicina all'etichetta Audace, dai contenuti più espliciti. In Profondo nero è presente in egual misura sia la componente prettamente reale fatta di cadaveri, indizi e dialoghi carichi di fervore sociale tipici della serie, sia la componente più onirica, dove il mondo attorno Dylan cessa di esistere per qualche istante e tutto si trasforma in un'esperienza fumosa, trascendentale, che comunque lascia segni importanti nella realtà.

Dylan Dog 383: Profondo nero, anteprima 01Leggendo la firma di Dario Argento verrebbe spontaneo parlare di parallelismi tra Cinema e Fumetto, ma ciò rappresenterebbe una forzatura non da poco che rischia di far passare la Nona Arte in secondo piano rispetto alla Settima. All'interno del medium di nuvole e inchiostro per esempio non esiste la colonna sonora, elemento fondamentale della grammatica cinematografica di Argento.I disegni di Corrado Roi, che per loro natura trasmettono una sensazione di silenzio ed evanescenza, scandiscono ogni fase del racconto con grazia oscura, dove il mistero è costantemente intriso di sangue, sia esso fonte di piacere o di dolore.

Nella profondità del nero, il giallo si mescola all'horror. La quotidianità di una famiglia nobiliare che nasconde dietro le pareti della sua dimora la tradizione del Whipping Boy, tanto consueta quanto terribile, con l'Old Boy che si fa strada tra verità sempre più difficili da digerire. Questa storia trae la sua forza proprio dal modo in cui viene raccontata, con l'orrore mostrato solo in parte dai disegni di Roi, che lascia all'immaginazione del lettore la decodifica di alcune sequenze più crude.

Il racconto si colloca saldamente nella cultura di massa degli anni Zero, inserendo dei riferimenti a due successi letterali e cinematografici degli ultimi anni: Cinquanta sfumature di grigio e Il Codice Da Vinci. Gli sceneggiatori giocano con le citazioni e le utilizzano nella trama, inserendo gli universi narrativi delle due opere all'interno della cultura dell'inquilino di Craven Road 7, che li cita in quanto produzioni celebri anche nel suo presente.

Questo uso disinvolto della cultura pop mescolata con quella più accademica, rappresentata in particolare dal nome Lais che si ispira alla Laide di Corinto, evidenzia un'altra caratteristica ricorsiva della testata, rendendo l'albo ancor più "tipicamente dylaniato" nella sua struttura e nel suo sviluppo.

Dylan Dog 383: Profondo nero, anteprima 01

Ogni svolta narrativa e tutti i diversi personaggi in gioco hanno un ruolo ben definito nello sviluppo degli eventi, con nessun aspetto della storia lasciato al caso o utilizzato come vezzo stilistico. Ogni gesto legato alla violenza, che almeno in apparenza sembrerebbe insensata, lascia una traccia indelebile sul protagonista, sottolineando quale sia il tema centrale del racconto attorno cui operano i vari personaggi, con ognuno che declina le conseguenze dell'atto di forza in modo prettamente personale.

Dylan non giudica la violenza in sé, pur trovandosi in un contesto non facilmente comprensibile ai suoi occhi. Le donne che gli gravitano attorno nel corso della storia sono passionali, ognuna in modo diverso, e com'è facile immaginare solo una catturerà le attenzioni del protagonista, andando a muovere le corde più intime del suo animo di ragazzo tormentato e facendolo agire in modo totalmente differente rispetto alle sue abitudini. In questa direzione, la copertina realizzata da Gigi Cavenago è probabilmente tra quelle che hanno espresso al meglio i contenuti della vicenda all'interno.

Profondo nero, proposto nelle stesse vesti degli speciali con strillo che richiama l'eccezionale presenza di Argento ai testi e la veste grafica argentata a lui dedicata, è sicuramente una lettura molto valida, in grado di soddisfare i palati dei lettori della prima ora quanto quelli di coloro che sono approdati alla testata dell'Indagatore dell'Incubo in tempi recenti.

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