Dylan Dog 375: Nel mistero, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dylan Dog 375: Nel mistero, di Tiziano Sclavi, Angelo Stano e Giovanna Niro
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Lo scorso 29 novembre è arrivata in edicola la nuova, attesissima storia firmata da Tiziano Sclavi, Nel mistero, la seconda da quando è tornato a scrivere per Dylan Dog; presentata in anteprima a Lucca Comics & Games 2017 in versione deluxe, solo con questo albo entra a tutti gli effetti a far parte della serie regolare dell'Indagatore dell'Incubo.
Tanto basta ai fan di vecchia data per capire che siamo di fronte a un tipico soggetto del suo autore. L'intramontabile angoscia esistenziale in continuo bilico tra leggerezza e gravità della vita, ci viene riproposta in un delizioso rompicapo noir, dalle immancabili sfumature splatter. Se Dopo un lungo silenzio era parso un episodio quasi di rottura nella continuità narrativa dylaniata di Sclavi, Nel mistero ci riporta a temi e situazioni più classici e abituali.
Questo irresistibile sapore vintage, tuttavia, ha un prezzo, come ben sa chi conosce dal 1986 il rivoluzionario titolo horror di Sergio Bonelli Editore. Dopo averci servito l'ennesima, magistrale sceneggiatura e un Groucho coi fiocchi, il conto da saldare ci viene servito alla fine, nella prevedibilità della soluzione e nella ripetitività del nichilismo raccolto nella chiusa scientifica delle ultime pagine. I sintomi, riscontrabili solo a posteriori, erano presenti lungo tutta la trama, nascosti nelle strofe in rima - un vezzo, una trovata di Sclavi che ha fatto scuola - ispirate alle opere del pittore tedesco Hans Holbein il Giovane.
L'opposizione delle copertine di Dopo un lungo silenzio e di Nel mistero si riflette pienamente anche nella parte grafica, che può trovare un unico punto in comune nella grandezza dei nomi dei disegnatori. La matita è passata come un testimone dalle mano di Giampiero Casertano a quella di un altro immenso interprete del personaggio, Angelo Stano, ma i chiaroscuri sono stati sostituiti dai colori di Giovanna Niro, qui artefice di una prova straordinaria.
Sono senza dubbio le tavole l'elemento più stupefacente di questo fumetto, di cui possiamo citare ad esempio la vibrante e iper-dinamica vignetta unica di pagina settantatré: la sintesi di un connubio perfetto tra Stano e la Niro, una dimostrazione di qualità espressiva e poetica che restituisce Nel mistero alla modernità dei nostri giorni.