Dylan Dog 373: La fiamma, la recensione

Dylan Dog 373: La fiamma è firmato dagli stessi autori di Don Zauker e Nirvana: I Paguri

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dylan Dog 373: La fiamma, anteprima 01Fino a ieri, dire Paguri equivaleva a dire Don Zauker o Nirvana. Questi sono i fumetti, caratterizzati da sferzate satiriche e gag comiche in abbondanza, che ci richiamano alla mente Emiliano Pagani e Daniele Caluri quando lavorano in coppia. Non pochi, tra coloro che li conoscono, sono stati presi per lo meno in contropiede apprendendo che i due livornesi avrebbero realizzato un episodio della serie regolare dell'Indagatore dell'Incubo, ma la curiosità di vederli all'opera al di fuori della propria zona di comfort era tanta.

Londra brucia: così inizia La fiamma. La capitale inglese viene sfigurata da masse di manifestanti in rivolta per l'ampliamento di una discarica in un quartiere periferico. Gli scontri con i tutori dell'ordine pubblico sono massicci, brutali e non risparmiano il nostro Old Boy: Alev, una focosa e combattiva attivista, è infatti la "fidanzata del momento", e trascina inevitabilmente il Nostro nel mezzo della sommossa cittadina.

Dalle prime pagine non si può fare a meno di correre con la memoria al triste luglio del 2001 e ai misfatti del G8 di Genova. L'albo rievoca infatti in maniera potente le emozioni di quei giorni, rappresentando con grande onestà intellettuale ed equilibrio le varie componenti in gioco, raccontandone le reciproche miserie e assurdità: in eventi di tale porta drammatica, l'uomo perde la propria essenza, è vittima e carnefice, così come eroe, pusillanime e sciacallo.

Dylan Dog 373: La fiamma, anteprima 02

La qualità dei testi e dei disegni, come in un processo induttivo, astrae il soggetto dal particolare elevandolo a lucida metafora dei tempi moderni. Tiene banco la nuova lotta di classe contro i cosiddetti poteri forti che dominano la finanza, la politica e che hanno come unico obbiettivo il profitto senza compromessi, noncuranti dei dissesti economici, sociali e ambientali in tutto il globo.

Da queste tavole emergono mali forse insanabili del nostro essere. Il qualunquismo e il pregiudizio sono i veri tiranni delle nostre esistenze; sotto la loro influenza distorciamo o addirittura reinventiamo quanto accade attorno a noi. Ma dov'è il confine tra illusione e realtà, tra giusto e sbagliato? Da quale parte sta la verità? Chi agisce saggiamente: chi reagisce al sistema o chi lo accetta? E chi vi si oppone è un anarchico o un terrorista? Chi lo difende è un reazionario o un fascista? Forse è più facile far finta di nulla e scegliere l'indifferenza?

Se Dylan Dog, come nella concezione del suo creatore Tiziano Sclavi e del suo attuale curatore Roberto Recchioni, deve sollevare dubbi e domande, questo albo è il migliore di tutto il nuovo corso: una sintesi perfetta dell'impegno civile e della bravura nel fare Fumetto di Emiliano Pagani e Daniele Caluri.

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