Dylan Dog 371: Arriva il Dampyr, la recensione

Abbiamo recensito per voi Dylan Dog 371: Arriva il Dampyr, primo capitolo del crossover Bonelli

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dylan Dog 371, cover b di Gigi CavenagoAbbiamo dovuto attenderlo parecchio, oltre due anni dal suo annuncio, ma ne è valsa la pena. Il primo atto di un evento epocale, mai avvenuto in Sergio Bonelli Editore, è arrivato in edicola lo scorso 28 luglio con l'albo Dylan Dog 371: Arriva il Dampyr.

È un vero e proprio crossover tra l'Old Boy e il Figlio del Diavolo, una formula tipica e molto apprezzata nel Fumetto americano e assolutamente inedita per la casa editrice milanese. Per chi non fosse avvezzo al termine inglese, stiamo parlando dell'incontro tra due importanti personaggi riuniti per un racconto pubblicato in sequenza su entrambe le serie regolare a loro dedicate.

Negli Stati Uniti, un avvenimento del genere può durare anche parecchi numeri; in questo esperimento tutto italiano si conclude su Dampyr 209: L'Indagatore dell'Incubo, appena uscito, opera di Mauro Boselli e Bruno Brindisi.

Entrambi i mensili hanno una doppia copertina componibile, e nel caso di Dylan è stata ovviamente realizzata da Gigi Cavenago. Il racconto è invece firmato ai testi da Roberto Recchioni, editor e prima penna a Craven Road n. 7, insieme a Giulio Antonio Gualtieri, all'esordio sulla testata ammiraglia. I disegni sono di un veterano del calibro di Daniele Bigliardo, autore di una prova strepitosa.

Dylan Dog 371, disegni di Daniele BigliardoLe strade dei paladini dell'Horror bonelliano si incrociano a Londra, dove l'ex poliziotto di Scotland Yard si imbatte - apparentemente in maniera accidentale - nella bella e suadente Lagertha. È una creatura di Lodbrok, un Maestro della Notte, stirpe di super vampiri arcinemici di Harlan Draka e dei suoi due inseparabili compagni, Emil Kurjak e Tesla Dubcek, che irrompono letteralmente nella storia dopo poche pagine.

I due scrittori romani intessono un intreccio molto affascinante e coinvolgente e, in concertazione con l'esperto in materia Boselli, dipingono un essere terrificante ispirato al semi-leggendario re vichingo Ragnarr Loðbrók.

Nella partita gioca poi un ruolo cruciale anche la nemesi di Dylan del nuovo corso, John Ghost, a cui viene concesso spazio e presenza scenica come mai prima d'ora, arricchendo l'intrigo e rendendolo irresistibile.

Recchioni, ideatore del soggetto, offre una delle sue performance più ispirate calibrando con mestiere e sapienza il peso di tutti gli attori sul palco, mentre al fianco di Gualtieri in fase di sceneggiatura ne sottolinea con maestria le specifiche caratteristiche, accostando la fragilità e l'inadeguatezza del suo antieroe alla determinazione e alla potenza dei campioni creati da Boselli e Mauro Colombo. Irresistibile risulta anche Groucho, in grande spolvero e complemento comico ideale, nella sua estemporaneità, a figure concrete come Kurjak e Tesla.

Dylan Dog 371, disegni di Daniele BigliardoLe matite di Bigliardo, come già accennato, ci regalano tavole caratterizzate da una tecnica e una bravura straordinarie. L'artista opta per un tratto maggiormente sporco, meno luminoso rispetto al suo precedente episodio, Al servizio del caos (Dylan Dog 341), confezionato in coppia con Angelo Stano.

Qui il talento napoletano utilizza varie tonalità di grigio senza abbandonare quasi mai le campiture al solo bianco, con una cura e un effetto finale di luci e ombre che esalti la profondità e il realismo delle illustrazioni.

Dylan Dog 371 è dunque un capitolo essenziale per tutti i fan del geniale personaggio di Tiziano Sclavi, non solo dal punto di vista storico ma anche dei contenuti, e risulta irrinunciabile per i lettori che amano Dampyr.

Per chi non lo conoscesse è l'occasione per scoprire un altro eminente inquilino di via Buonarroti 38, più giovane editorialmente ma - sin dai primi anni 2000 - sinonimo di un prodotto di eccellente qualità.

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