Dylan Dog 369: Graphic horror novel, la recensione

Abbiamo recensito per voi Dylan Dog 369: Graphic horror novel, di Ratigher, Bacilieri, Montanari & Grassani

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dylan Dog 369, disegni di Paolo BacilieriSollevi la copertina del sempre ispirato e virtuoso Gigi Cavenago e la tavola introduttiva di questo Dylan Dog 369 è una splash-page di Paolo Bacilieri - all'esordio sulla testata ammiraglia dell'antieroe di Sergio Bonelli Editore - dedicata a una toilette pubblica: capisci subito che sarà una lettura inusuale.

La firma ai testi è quella di uno dei talenti più anticonformisti dell'attuale panorama italiano: Ratigher, al secolo Francesco D’Erminio (da pochi mesi nuovo direttore editoriale di Coconino Press), che torna sulla testata regolare dell'Indagatore dell'Incubo dopo il suo debutto, In fondo al male (Dylan Dog 351).

Rispetto alla sua prima esperienza - che non ci aveva convinto appieno, soprattutto in merito alla solidità del soggetto - Graphic horror novel è una storia più complessa e intensa, congegnata con estrema bravura e caratterizzata da un montaggio di tavole perfetto che riesce a cogliere l'obbiettivo del racconto: spiazzare completamente il lettore tempestandolo di domande.

Chi è davvero l'arrogante e presuntuoso Darren Farmer Woolrich, il più celebre e osannato autore di fumetti d'Inghilterra? Sporco di sangue, in fuga da chissà quale minaccia e nascosto nell'angusto gabinetto, inizia a illustrare sulle pareti la vicenda vissuta alcuni giorni indietro. Dov'è il confine tra realtà e racconto, se mai ne esiste uno? Qual è la verità: quella immortalata sulle piastrelle della toilette, affidata a Montanari & Grassani, o l'orrore vissuto in un indefinito presente, catturato da Bacilieri? L'Old Boy ha vissuto sul serio tutto quanto viene impresso sulle mattonelle bianche, compreso il suo appuntamento con il detective Rania, o è solo frutto del delirio creativo di un artista sotto shock?

Dylan Dog 369, disegni di Montanari & GrassaniIronizzando sulle debolezze e le problematiche del suo mestiere, Ratigher rielabora con grande originalità un tema caro al creatore del personaggio, Tiziano Sclavi, ovvero il meta-fumetto: l'intreccio e la risoluzione della narrazione filtrati dalla meta-narrazione e, in parallelo, l'annullamento delle barriere tra immaginazione e realtà.

Questo delicato gioco stilistico viene esaltato dal contrasto e dalla personalità di due tratti opposti: il segno dell'inscindibile coppia formata da Ernesto Grassani e Giuseppe Montanari - nitido, pulito, estremamente familiare ai fan di Dylan Dog - e quello prospetticamente alieno e dirompente di Paolo Bacilieri, interprete di un linguaggio immediato e diretto che talvolta ricorda, dal lato espressivo ed emozionale, l'immenso Andrea Pazienza.

Diventa dunque quasi superfluo affermare che ci troviamo di fronte a un albo che segna un altro apice qualitativo, non solo del nuovo corso di Roberto Recchioni ma dell'intera serie dell'Indagatore dell'Incubo.

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